L’amico Lancelot D’Arcadia è uno dei più attivi nei commenti di questo blog. Si fa portavoce dei dubbi e delle paure di molta gente che vede il futuro transumanista come una minaccia. Mi ha inviato un articolo. Questo blog nasce proprio per riflettere sui cambiamenti evolutivi in corso. Quindi vi invito a leggerlo e chiedo al nostro Bruno Lenzi, in qualità di rappresentante del Network dei Transumanisti Italiani, di controbattere eventuali inesattezze con un commento o con un nuovo articolo. Che il dibattito abbia inizio!
Transumanesimo: leggere attentamente le avvertenze, potrebbe provocare gravi effetti indesiderati!
di Lancelot D’Arcadia
Il mio ruolo in questo blog ha una funzione che potrebbe essere molto importante: quella della “controparte morale”.
Premetto che non sono a priori contrario alla filosofia transumanista, ma ritengo che essa debba essere accompagnata da dubbi e da approfonditi e personali esami di coscienza.
Come primo articolo, vorrei stimolarvi a porvi delle domande.
Iniziamo cercando di capire cosa significa davvero “essere transumanista”
Il termine “transumanesimo” venne coniato per la prima volta attorno al 1957. Originariamente si trattava di una corrente filosofica direttamente imparentata con quella umanista e illuminista, che auspicava una emancipazione dell’umanità. Secondo i primi fondatori, “transumano è l’uomo che rimane umano, ma che trascende se stesso, realizzando le nuove potenzialità della sua natura umana, per la sua natura umana”.
No, non è un gioco di parole! In realtà si tratta di un concetto altamente filosofico, che però non è il momento di approfondire. Soffermiamoci invece su ciò che il transumanesimo è poi diventato. Attorno alla metà degli anni ottanta, gruppi di scienziati ed intellettuali “transumani”, iniziarono ad accostare questa filosofia al crescente sviluppo tecnologico, di fatto travisandone l’originale natura, e trasformandola nell’odierna corrente.
Oggi la dottrina transumanista pone al centro il miglioramento della condizione umana attraverso tecnologia di miglioramento della vita, come l’eliminazione dell’invecchiamento, e il potenziamento delle capacità intellettuali, fisiche o fisiologiche dell’uomo attraverso supporti genetici, tecnologici, e cibernetici.
I transumanisti di norma sono a favore dell’utilizzo delle tecnologie emergenti, incluse molte attualmente ritenute controverse, come l’ingegneria genetica sull’uomo, la crionica, e gli usi avanzati dei computer e delle comunicazioni. Spesso ritengono che l’intelligenza artificiale un giorno supererà o sostituirà quella umana.
Essi sostengono inoltre che questo sviluppo è desiderabile, in quanto gli esseri umani possono e dovrebbero diventare “più che umani” attraverso l’applicazione di innovazioni tecnologiche come l’ingegneria genetica, la nanotecnologia, la neurofarmacologia, le protesi artificiali, e le interfacce tra la mente e le macchine. I transumanisti pongono infine l’uomo al centro dell’universo, opponendo la scienza e la ragione allo spirito e alla fede (di qualsiasi dottrina). La maggior parte di essi si definiscono infatti agnostici o atei, affermano la non esistenza dell’anima, e spesso credono nella compatibilità delle menti umane con l’hardware dei computer, con l’implicazione teorica che la coscienza individuale possa un giorno essere trasferita o emulata su un supporto digitale.
A partire dalla fine degli anni novanta, si è assistito ad un progressivo impoverimento morale ed etico di diverse correnti transumaniste, a favore di un indiscriminato uso di scienze come la crionica, l’ingegneria genetica, la cibernetica, a sostegno della clonazione umana e del trasferimento della “coscienza umana” su supporto digitale.
Tale deriva, definita da molti detrattori “abominevole”, ha recentemente provocato, specie negli Stati Uniti (ma anche in Italia), la presa di distanza di diversi scienziati e ricercatori dal transumanesimo, a favore di correnti neoidealiste.
Il neoidealismo, in pratica, si oppone al transumanesimo in quanto incoraggia sì l’uso della scienza per il miglioramento della condizione umana, ma con limiti etici e morali ben precisi, poiché sostiene che l’evoluzione umana vada ricercata all’interno dell’uomo stesso, a livello spirituale e coscienziale.
Ma degli idealisti come me, se vorrete, parleremo in un prossimo articolo.
Dopo aver chiarito alcuni aspetti del transumanesimo, a voi “transumani” o almeno simpatizzanti, vorrei infine proporre un esempio e una domanda:
immaginate di avere la macchina del tempo, e di poter viaggiare un centinaio (forse meno) di anni nel futuro.
Immaginate ora di approdare in un mondo dove la deriva “transumana” si è sparsa ovunque a macchia d’olio; all’inizio potrebbe sembrarvi un futuro paradisiaco: niente più (forse) guerre, niente più malattie, e anche la morte potrebbe non esistere più! Il tutto grazie ad avanzatissime tecnologie che hanno permesso un’integrazione dell’uomo con la macchina, e creato di fatto un mondo di superuomini, di cyborg.
Tutto meraviglioso? E se con questa “integrazione” si fosse persa ogni briciola di umanità? Se con la capacità di provar dolore si fossero perse anche quelle di provare amore, amicizia, compassione, e emozioni? E se gli unici umani rimasti fossero dei cloni utilizzati come cavie o come “pezzi di ricambio” per le poche parti biologiche rimaste nei vostri corpi?
Dite la verità: vi piacerebbe un mondo del genere? Credete davvero che possa essere solo fantascienza?
Le tecnologie per far avverare questo futuro ci sono già!
Pensateci: alla fine, volete davvero essere transumanisti?
Con affetto,
Lance.
A questo proposito vi consiglio vivamente di leggere un libro: “RICAMBI” di Michael Marshall Smith.
Se non avete la possibilità di leggerlo tutto cercate la trama su Google…
Sono favorevole all’uso applicato della tecnologia alla medicina purchè non porti alla disumanizzazione.
La neoidealista Sabina
Se io dovessi perdere un braccio in un incidente ed abbiamo la tecnologia per poterne avere uno nuovo perfettamente funzionante comandato tramite elettrodi impiantati nel cervello rinuncio e rimango senza oppure mi sottopongo all’impianto?
Io di certo mi sottoporrei all’impianto. Credo che tu ti riferisca ad una percentuale. Cioè, in quale percentuale di pezzi di ricambio io mi debbo comporre per perdere la mia umanità? O meglio, a che punto e a quale impianto perderò la mia umanità? Essere umani d’altra parte significa affrontare la vita in un certo modo atto ad arricchirci di esperienza.
La domanda che ti pongo è: “Per perdere la propria umanità (intesa come coacervo del proprio carattere, emozioni ed esperienza accumulata), basta avere un lobo paretale sostitito in quanto difettoso oppure bisogna innanzitutto capire da cosa deriva la nostra capacità di amare e poi sostituire quell’organo che dir si voglia che la contiene?
Consiglio un film carino, sicuramente post umano Repo Man, di Miguel Sapochnik, con Jude Law e Forest Whitaker. Realtà futura in cui gli uomini compreranno organi robotici per poter rimanere in vita sani. Ma alla prima tassa saltata….
fabio se tu perdessi un braccio. ora dici che ti sottoponi all’intervento per metterne uno robotico. ma all’atto pratico lo faresti ancora???
non per darti contro sia chiaro, ma un conto è dirlo cosi un conto è trovardi davanti al problema veramente.
Ciao Gino,
credo che procedendo in questa direzione la medicina non troverà difficoltà oggettivamente insormontabili nella sostituzione di un arto. Pensa che già esistono protesi cardiache senza le quali il paziente sarebbe sicuramente arrivato al trapasso. Come Daniele ha scritto nel sua articolo sulla Cyber Mano e sulla felicità del paziente al quale è stata trapiantata, se ve ne fosse la necessità e l’operazione non presentasse complicazioni non vedo per quale motivo restare, ad esempio, senza un braccio avendo la possibilità di poterlo sostituire con un arto robotico.
Credo anzi che una volta comunemente accettate ed approvate dalla comunità scientifica operazioni del genere saranno ne più ne meno che come operare un’ernia. Ovviamente non sto parlando di domani o dopodomani, ma presto la sostituzione bionica sarà una realtà.
Non bisogna dimenticarci ad esempio di medici e scienziati che mettono a repentaglio la propria salute ed a volte la vita solo ed esclusivamente per aiutare il prossimo. Posso citarti Augustus Hildebrandt, scienziato grazie al quale, oltre ad August Bier, che permise di mettere a punto l’anestesia ancora oggi usata nelle operazioni e che ci permette di non avvertire alcun dolore causato dagli strumenti chirurgici. Per perseguire nella sua meta si fece addirittura iniettare nella spina dorsale una mistura da lui ideata a base di cocaina, cosa che quasi lo ammazzò. E non solo, per perfezionare il procedimento si sottopose ad esperimenti sempre più dolorosi. Quindi se ora non soffriamo durante le operazioni lo dobbiamo in parte anche alla sua temerarietà.
In conclusione bisogna sempre dimostrare coraggio perchè, come si diceva in America una volta, “No Pain No Gain” 🙂
Spero di aver soddisfatto la tua curiosità.
Fabio
indubbiamente fabio su questo ti do pienamente ragione. ma ci sono persone che queste cose nn le capirebbero mai. ad esempio un vecchietto di 70 anni che nn ha un braccio non se lo farebbe mai mettere un braccio robotico. questa era la mia idea e nn sono riuscito a spiegarmi prima, non voleva la mia essere una critica nel tuo commento 😀
anche perche io di queste cose non ne capisco molto ho interessi per gli ufo ecc. ma mi piace scoprire nuove cose e leggere voi che ne sapete piu di me mi affascina. ho una bella dote quella di saper ascoltare 😀
Le critiche sono il sale della discussione! 🙂
sicuramente 🙂
Non so che vecchietti di 70 anni frequenti, ma quelli che conosco io si fanno fare una protesi d’anca anche a 90 anni. E ci camminano pure sopra.
D’altro canto, certi vecchietti di 70 anni sono molto più felici da quando c’è il Viagra a il Cialis.
Chiedere loro se si farebbero mettere un braccio robotico è inutile, visto che la risposta è: SI.
Se non esistesse Ricerca non esisterebbe Progresso, se non esistesse Progresso sopravviverebbe solo Stagnazione, se i nostri antenati non avessero ponderato per milioni di anni il voler uscire dall’acqua per vivere sulla terraferma a quest’ora noi ci parleremo fischiando come i delfini.
Penso quindi che l’uomo ha diritto di migliorare tutto ciò che non gli piace della propria vita, facendo piccoli passi e compiendo anche errori significativi capiremo come utilizzare il progresso per aumentare l’umanità e non diminuirla. Nessuno credo vorrebbe svegliarsi sapendo che non può più amare.
Si ma occhio quando si parla di progresso. Esso è tale quando tutti possono averne accesso. Quando non è semplicemente avanzare tecnologico. Come dicevo, anche la bomba atomica è progresso… scientifico sì, ma sempre progresso. Ma lo è davvero? Progresso è ANCHE evoluzione, ma quando questa apporta benefici tali da non nuocere alla natura di essere umano. Qui, secondo me, dobbiamo stare attenti nel dosare le quantità sulla bilancia dell’avanzamento tecnico.
Lancelot D’Arcadia complimenti per l’articolo…
Nel leggerlo pensavo… non siamo già un pò tutti transumani? Utiliziamo quotidianamente macchine per comunicare, divertirci, conoscere e lavorare… anche adesso io ti sto scrivendo da un pc… Non siamo già troppo condizionati da questo rapporto uomo-macchina? Possiamo ancora scegliere?
Una buona giornata a tutti ragazzi!
Matteo
Penso che in qualunque esercizio di approfondimento e di conoscenza la cosa peggiore che puntualmente accade è la polarizzazione. Purtroppo nel bene o nel male è rassicurante avere davanti a noi un bivio, due opzioni precise e delineate tra cui scegliere. E in questo caso la polarizzazione è puntuale: Transumano (con tutto ciò che implica tale definizione per come Lancelot d’Arcadia l’ha egregiamente argomentata) o Non-Transumano/Neo-Idealista ecc.?
Condivido il contributo di matthewfromers, il quale ha dato lo spunto per il mio ragionamento.
La storia ci ha insegnato che il processo (tecnologico, culturale, sociale, economico ecc) è inarrestabile e che soprattutto prende spesso vie impreviste, non calcolate, mutando e stravolgendo le basi dell’esistenza. Prospettarsi un futuro “Transumano totalizzante”, così come chiude in provocazione l’articolo di Lancelot d’Arcadia, a mio avviso può essere utile a prendere una posizione ora, ad occupare uno dei poli sopra citati, ma si tratta sempre e comunque di una considerazione legata a questo preciso momento storico e culturale, in cui il dolore, l’umanità (termine che secondo me andrebbe approfondito e spiegato meglio) ed i sentimenti sono irrimediabilmente compromessi dalle categorie attuali. Se il mondo prenderà – ed è fisiologico – un’altra via, allora cambieranno le percezioni, le concezioni e le categorie, in modo tale che le attuali categorie saranno per forza di cose obsolete ed improponibili.
Spero di aver saputo spiegare bene il mio pensiero.
In sostanza credo quindi che le discussioni in atto portino all’arricchimento, ma nel momento in cui tali discussioni celano un tentativo di polarizzare e radicare, allora tutto l’arricchimento si arresta e viene accorpato ad uno dei due poli, in un scontro che perde argomenti.
complimenti per l’articolo.. ricollegandomi a quello che dice matthew con il quale sono d’accordo, penso che ormai la nostra vita sia condizionata e sia stata migliorata dalla teconologia… ma l’impiego negativo che se ne fa è il problema.. secondo me un futuro postumano implica un’età che utilizza mezzi fuori dall’umano, dal biologico.. se l’ultilizzo di tali teconologie è volto ad un impiego medico necessario e controllato sono d’accordo.. ma realisticamente parlando penso anche che una volta intrapresa questa strada sarà difficile controllarne i limiti ed eventuali bivi che un essere umano potrebbe decidere di intraprendere… infine dico un NO alla spersonalizzazione dell’uomo.. senza commentare 🙂
VOLEVO FARE UNA DOMANDA IO SONO FAVOREVOLE A LE IDEE TRASUMANISTE MA COME UOMO E GIUSTO PORMI DEI DUBBI TIPO QUESTO: LA FUSIONE UOMO MACCHINA NON POTREBBE PORTARE LA PERDITA DELLA PERSONALITA TITPO I BORG DI STA TREK ?CREANDOSI UNA NUOVA COSCIENZA UNICA?
dipende che tipo di fusione hai intenzione di tentare. La mia personalissima idea è che cambia poco paragonando i Borg di Star Treck ai fanatici di Scientology. 😉
Creod che ci sia una distinzione precisa da fare e cioè l’essere umano che vuole essere cyborg eddd il cyborg che vuole diventare umano. Nella prima categoria credo che potrebbe essere completamente ricostruito un corpo robot perfettamente funzionante mantenendo però invariato il nostro cervello. Mentre nel secondo caso, la sostituzione totale con copiatura totale del cervello e del traferimento dello stesso in un corpo meccanico sarebbe un azzardo, chi può dire se il prodotto di una tale operazione sono io oppure è semplicemente la copia di me stesso. Bella domanda
Grazie a Lance per l’interessante riflessione!mi trovi daccordo in ogni tua parola, e mi piacerebbe condividere con voi questo video e queste parole che sotto vi posto.
Sono una grande fan dei Negramaro, che nel nuovo album da poco uscito, hanno inserito un pezzo a mio avviso strepitoso, tralasciando il mio amore trascendentale per qualsiasi cosa li riguardi 🙂
Questo singolo è stato lungamente boicottato ed oggetto di controversie perchè giudicato, difficile da interpretare, complicato, poco “commerciale” pertanto, a dispetto dei precedenti pezzi molto piu immediati e d’impatto che hanno avuto un gran successo mediatico, questo sta facendo molta fatica ad imporsi all’attenzione di un pubblico piu vasto.
Per fortuna ho qui l’occasione per farvelo vedere e sentire e condividere con voi la profondità della riflessione che invece porta tra le righe.
Il titolo è Singhiozzo, e si riferisce alla difficoltà che già oggi ha il genere umano in quanto essere sociale ad intrattenere un canale comunicativo ed emozionale con i suoi simili. Citando le parole del suo stesso autore, Giuliano Sangiorgi:
“Abbiamo detto tutto quello che avevamo dentro in maniera diretta, senza mediazioni» spiega Giuliano Sangiorgi, mente del gruppo
Lo si capisce subito dalla particolarissima copertina che ritrae una scultura di Ermanno Carlà, bassista della band: un uomo-cuore con rami-vene al posto di braccia e gambe. La morale è presto detta: come un cuore per battere ha bisogno di un organismo a cui essere collegato, così l’uomo per esistere ha bisogno della comunità in cui vive. Un neo-antropocentrismo in salsa rock, insomma. Troppo complicato? Giuliano ci illumina: «È la nostra risposta al modello di I-Life che ci vogliono imporre. Una falsa autosufficienza, che ci spinge ad avere tutto nelle nostre case e ad isolarci dal resto del mondo: la musica sull’iPod, il cinema in salotto e via dicendo. Ma è sbagliato: in realtà abbiamo più che mai bisogno degli altri. Di confronto, di amici, e anche di chi la pensa all’opposto di te. Questa è la vera libertà, non quella che dicono in tv o che ti spacciano i politici».
E il video è tutto incentrato sulla probabile fine che farà il genere umano senza piu nulla di umano (ambientato durante la simulazione dell’esperimento Mars500)
qui il testo completo
http://www.testicanzone.com/415336/SINGHIOZZO.html
condivido in pieno!!!
Le tecnologie non potranno mai sostituire completamente il nostro corpo e noi diventare dei cyborg perfetti e completi cosi si andrebbe a perdere qualsiasi valore tipo l amore la procreazione, no no non vedo un futuro del genere. perdere il braccio e mettere uno bionico si ma non trasferire la mia mente in un corpo bionico completo o in un cyberspazio allora si che poi sarà tutta una illusione, e poi la nostra mente vivrà in eterno in questo spazio? fino a diventare schizzofrenica? qualcuno poi dovrà sempre stare al di fuori del cyber spazio per controllarlo chi sarà? giocherà?
ai ragione speriamo che il futuro non ci faccia cambiare idea
complimenti all’amico Lancelot D’Arcadia bell’articolo. la mia risposta alla tua domanda è semplice.
L’uomo deve sempre rimanere al centro di tutto. perchè noi siamo la mente poi se ci sono robot che ci facilitano la vita in maniera semplice e pacifica ben venta.
vi ricordo che sono sempre delle macchine che NOI comandiamo e non il contrario.
quando lavoravo in redazione ho quest’immagine sempre in mente di colleghi che davnano colpe ai computer dicendo, e ma il computer non mi ha salvato. io gli rispondevo il computer lo governi tu se tu nn salvi lui non lo puo fare. quindi ripeto, L’UOMO al CENTRO. le macchine come SUPPORTO ma che noi controlliamo sempre nn vorrei che fra 30 anni loro comandano noi
Sara’ ..ma la nostra vecchiai sara’ tristemente vincolata dal tempo in cui viviamo ..e quindi mi nascondo sotto la sabbia e preferisco non pensarci..non credo alla robotica.. o perlomeno quanto costerebbe farsi supportare da essa ?
Gia’, normalmente, chi ha piu’ soldi riesce a curarsi meglio..quindi il supporto meccanico al solito sarebbe un privilegio dei pochi.
costera molto i primi tempi ma poi la diffusione tecnologica calera i prezzi e in un futuro lontano il trasumanesimo portera al paradismo e poi i soldi non avranno piu senso..
i soldi avranno purtroppo sempre senso. Ormai gira tutto intorno al vil Denaro ragazzi e non ci sarà mai tecnologia o innovazione che farà cessare questo giro. Noi per i potenti del mondo siamo dei numeri che devono nascere, vivevere spendere soldi, lavorare e morire. questo ciclo non si spezzerà mai nemmeno con l’avvento delle macchine, perchè troveranno il modo di far spendere soldi anche alle macchine ne sono certo.
PS stavo pensado ad un argomento interessante che mi è capitato di leggere per caso qualche giorno fa e credo faccia sempre parte dell’evoluzione umana, ovveri questo famosi “BAMBINI INDACO” che dicono che è una nuova razza umana e dal 1984 che si conoscono questi bambini e gli scienziati li stanno studiando cercando di capire cos’hanno di diferso da noi, si dice siano molto piu intelligenti ed hanno una modifica anche nel DNA diverso da quello comune…
…abbiamo ragione tutti quanti! …e forse tutti torto!
Credo che il nostro compito sia quello di divulgare il più possibile l’ esistenza di questo blog. Molta gente ignora questo ambito dei cyborg! E’ un futuro già presente ed è alla fine un problema strettamente etico quello ke si pone! La tecnologia ha il suo prezzo e i suoi vantaggi, ma c’ è sempre il risvolto della medaglia, c’ è il vile business e gli nteressi in gioco son tanti. Io stesso, da artista trovo l’ ambito cyborg interessante e divertente con l’ incoscienza di un bambino… Mi piace il progresso e il futuro, essendo un creativo è naturale, ma è come vedere un’ auto da corsa, apprezzarla, sognarla e non avere neanke la patente! Bella sì, ma pericolosa!
Come per l’ eugenetica, la clonazione l’ eutanasia…il problema non è cos’ è, ma l’ uso che se ne fa! Ci vuole cultura e apertura mentale…etica..e nn è facile capire dove stia il limite del giusto e del lecito, ma è un dovere capirlo, è un dovere sensibilizzare quelli più superficiali ke nn capiscono mai e ke, guarda caso, nn pensano neanke di mettere il naso in questo blog!!! Ma il loro futuro sarà in comune con il nostro. Perciò sensibilizziamoli il più possibile questi umani distratti…saranno dei postumani più attenti.:-)
Credo sia da 2000 anni che il pensiero cristiano dice che alla fine di una vita terrena fatta anche di tanti dolori si passi ad un livello di vita superiore dove il dolore non esiste e che si viva in uno stato di amore totale. Non mi sembrano parole cosi nuove o rivoluzionarie quelle del transumanismo se non per il fatto che il “premio” lo conquistiamo da soli, invece che esserci dato.
Non credo che useremo arti o organi “robotici” se non temporaneamente ,prima del 2030. Penso che semplicemente ci ricostriremo arti e organi biologici nuovi di zecca basati sul DNA del paziente. Io non credo che metteremo mai dei chip nel cervello come pensa Kurzweil, sarebbe troppo pericoloso e non sarebbe di grande utilità. Perchè dovrei mettermi l’Ipad nel cervello, quandoposso tenerlo in mano e usarlo perfettamente? Scusate la volgarità, ma sarebbe come ficcarsi il cellulare su per il.. !!!!!
wow che bella immagine! hehehe 🙂
non oso immaginare con che suoneria possa squillare quel cellulare hehehe!!!!
Grazie a tutti per aver risposto al mio articolo, che, indubbiamente, era una sorta di provocazione.
L’amico Fabio mi chiedeva se io mi farei trapiantare un arto robotico collegato al cervello, nel caso ne perdessi uno per qualsivoglia motivo… sinceramente non lo so, dovrei trovarmi in quella situazione. Forse accetterei… però, per contro, conosco alcune persone che hanno questa “disabilità” che riescono comunque a vivere una vita piena e il più possibile normale. Io non sono contro a priori al pensiero transumanista, infatti la filosofia neoidealista non esclude il progresso scientifico e tecnologico, ma si domanda fino a che punto sia opportuno spingerlo per non perdere la nostra umanità. Essere non più umani, sostanzialmente significa perdere la capacità di provare sentimenti ed emozioni. Il bello della nostra umanità sta infatti nel saper provare amore, odio, dolore, gioia, paura, compassione, ecc. se perdessimo queste importantissime capacità, cosa resterebbe del nostro essere? E’ questo, secondo me, il pericolo di un pensiero puramente transumano! L’esempio fatto dei “Borg” nei telefilm di Star Trek, è assolutamente calzante!
VOLEVO SEGNALARE A TUTTI :”THE TIME MACHINE”…..UN FILM CHE TI FA’ CAPIRE COME E’ DIFFICILE PREVEDERE IL FUTURO…….
LA MENTE UMANA CREA OGNI GIORNO IL FUTURO SENZA CHE CE NE REDIAMO CONTO,,,,,PROVATE AD ANALIZZARE A RITROSO LE VOSTRE SCELTE INDIVIDUALI E CERCATE DI CAPIRE COME HANNO PRODOTTO IL VOSTRO PRESENTE.
QUESTO ESERCIZIO MNEMONICO SERVE AD AVERE PIU’ CONSAPEVOLEZZA DELLE NOSTRE AZIONI,IL FUTURO E’ DETERMINATO DALLE NOSTRE SCELTE MA ANCHE DA FATTORI ESTERNI NON PREVEDIBILI(TERREMOTI,ALLUVIONI,ECC,ECC,).
DETTO QUESTO CHI PUO’ AFFERMARE CON ASSOLUTA CERTEZZA COSA ACCADRA’ STASERA AD OGNIUNO DI NOI???
CONCLUDO AFFERMANDO CHE E’ BELLO FARE SUPPOSIZIONI SU COME SARA’ O NON SARA’ IL NOSTRO FUTURO…..MA RICORDATEVI CHE SONO SOLO SUPPOSIZIONI !!!!! IN OGNI ISTANTE I FUTURI POSSIBILI SONO PRESSOCHE’ INFINITI!!!!
Lance io credo che il limite da non superare sia questo: mantenere sempre lucidamente una sostanziale differenza tra uomo e macchina, cioè va bene il robot che copie operazioni di calcolo piu o meno complesse fino ad arrivare a cose veramente quasi fantascientifiche ma che si basano sempre su un protocollo numerico, cioè quello che normalmente una macchina fa, eseguire una serie di istruzioni nuemriche che gli vengono programmate, ma quando si da alla macchina la possibilità di evolversi e di avere una coscienza propria, vedi ad esempio i rat-bot, che sono in grado di generare nuove istruzioni indipendentemente da quello che è l’intervento di chi li ha creati, allora li secondo me sta il limite, è li che la macchina, facendo i suoi “ragionamenti” rischia di diventare persiocolosa per l’uomo perchè sviluppa libero arbitrio e capacità decisionale senza però potersi basare su quello che è l’umano background di esperienze di vita e di formazione di una coscienza che ci porta ad evitare di fare cose “sbagliate” o potenzialmente pericolose
D’accordissimo con te!
Io ho studiato l’intelligenza artificiale e ci ho fatto una tesi di laurea, per cui mi gonfio un po’ e faccio il saccente 🙂
Scherzo, voglio solo precisare alcuni punti che, secondo me, vale la pena approfondire per avere una visione più chiara e scevra dai fraintendimenti più comuni che, in un argomento spinoso come questo, è facile incontrare.
L’IA è una riproduzione elettronica dei processi cognitivi umani. Noi impostiamo le macchine come “senzienti” capaci di “capire”, ed in base alla conoscenza acquisita (dunque esperienza) queste saranno in grado di prendere decisioni a seconda delle situazioni che incontreranno. Questo è un dato di fatto. Vedi i rat-bot…
Voglio soltanto far presente che il libero arbitrio è impossibile. Così come la coscienza, almeno come la intendiamo noi. Pensiamo ad una cosa: noi abbiamo impostato le macchine secondo come noi PRESUMIAMO che il cervello umano funzioni. In pratica, il funzionamento è stimolo-reazione (se vuoi approfondire l’argomento, cerca info sugli esperimenti di Pavlov e dei suoi cani). Ora, da questo a dire che in autonomia le macchine potranno prendere decisioni, ce ne passa! Sicuramente, in seguito, sarà possibile che queste abbiamo capacità decisionali più ampie, ma saranno finalizzate alla loro esistenza. Non nego che questo sia pericoloso, perché l’uomo è stato capace di grandissime atrocità, nonostante avesse una morale innata (cosa che le macchine, per definizione, non possono avere, se non sotto forma programmatica). Abbiamo, a nostro favore, una cosa in più: l’istinto. Questo le macchine non possono averlo, e non potranno averlo mai, neanche secondo il più sofisticato algoritmo che studi l’esperienza acquisita a scopi decisionali.
Voglio dire… l’uomo conosce ed impara, la macchina agisce e risponde. Il processo di apprendimento è complesso, e in tempi forse neanche troppo lontani, anche le macchine saranno in grado di farlo. Dobbiamo incentrare la ricerca a fini umanitari, ma ci scommetto la testa che applicazioni belliche avrebbero la priorità. E’ controverso… ma sono certo che una cosa le macchine non potranno fare mai: emozionarsi ed amare in modo puro e disinteressato. Come fa una madre con il suo bimbo, ad esempio.
Post interessante e suggestivo, al quale aggiungo al margine riflessioni bioetiche/fantasicentifiche sulla…robotanasia…
Spero avrai modo pertanto di poter ricmabiare la visita sul nostro blog:
http://vongolemerluzzi.wordpress.com/2011/02/09/robotanasia/
Un bel racconto, complimenti! Stasera faccio una visita più approfondita! ^__^
Io non credo che tutti coloro che accedono a questo blog siano transumanisti o simpatizzanti… magari, come me, sono solo incuriositi, affascinati o addirittura spaventati dal mondo che ci si sta prospettando… in questo periodo non ho molto tempo ma conto presto di proporre documenti a favore della mia tesi… ossia…. la tecnologia potrà essere un grande aiuto per l’umanità, non trascurando effetti collaterali, ma l’uomo è molto più potente della tecnologia o almeno lo è la sua mente! Freud più di un secolo fa già ipotizzava di poter guarire le malattie attraverso terapie mentali considerandole il riflesso di disturbi mentali… sostenendo anche che le guarigioni miracolose erano tali perchè impossibili per il singolo ma possibili con l’energia mentale di migliaia d’individui che contemporaneamente credono nella stessa cosa… potrei parlare anche di alcune tesi Maia inerenti l’energia vitale o ancora dei poteri paranormali che poi tanto paranormali non sono… ma questa è ancora un’altra storia…
Buon viaggio… Naviganti Avveniristici!
Cara Patrizia, come te sono convinto anche io della possibilità che tra malattie ed intento vi è un forte collegamento. Essendo un grande lettore di Castaneda ho effettuato ricerche su temi che mi stanno particolarmente a cuore, diciamo l’opportunità che vi siano svariate posizioni su cui poter “settare” la nostra volontà. E ti sono vicino quando parli di civiltà Precolombiane, da cui provengono la maggior parte delle teorie e degli scritti sulla cosiddetta “Magia”.
Fissare l’intento di milioni di persone nello stesso punto è la grande opera avvenuta fino ad oggi. Sappiamo benissimo che la visione del mondo è e rimarrà sempre soggettiva, a seconda degli occhi di guarda. Poco ad oggi è stato fatto per permetterci di sviluppare o trovare energie nascoste all’interno della nostra energia vitale, ma molto è stato fatto per alleviare le sofferenze attraverso la tecnologia. In questo senso gli sforzi delle nostre menti pensanti sono comunque da premiare.
CIAO FABIO !
TI SUGGERISCO DI CERCARE CON GOOGLE QUESTO MIO AMICO:PADRE OVIDIO VICTOR COSBUC,……………PRATICA LE TECNICHE DI CASTANEDA E ALTRO……
Ma infatti! Una dimostrazione di questo sono io, che come già detto simpatizzo per la corrente neoidealista.
Il bello di questo blog è appunto questo: discutere in modo sereno e costruttivo di un futuro quanto mai prossimo, e degli aspetti che potrà avere, positivi e negati.
Riunire, insomma, un gruppo di “menti pensanti” sia dell’una che dell’altra parte, per capire fino a che punto l’uomo possa arrivare.
Un caro saluto.
CIAO PATRIZIA !!
HAI RAGIONE I POTERI DELLA MENTE UMANA NON POSSONO ESSERE PARAGONATI AD UN’ INTELLIGENZA ARTIFICIALE.
CREDIMI QUANDO DI DICO CHE IL SUONO PUO’ GUARIRE MOLTISSIME MALATTIE,FISICHE E MENTALI…….GESU’ UTILIZZAVA I SUONI PER CURARE…..IMPARO’ DAGLI ESSENI.
L’anno scorso un gruppo di scienziati e medici canadesi ha brevettato una macchina ad ultrasuoni per poter far ricrescere “letteralmente” i denti danneggiati. E’ già stata sperimentata con successo. Arriverà anche dalle nostre parti? Ardua sentenza… 😉
No, finché curare una carie costerà 200 euro 😀
Io mi farei impiantare un filtro per l’inquinamento.
Bella 🙂
Ahahah, concordo!
Comunque a parte la battuta, non vedo perche’ dovremmo porci problemi tipo la perdita della nostra umanita’. Infatti immagino questi “potenziamenti” come plug-in, ovvero siamo sempre noi stessi ma con un impianto tecnologico che ci facilita o restituisce una certa funzione. Perche’ dovrei rinunciare ad un apparecchio acustico quando avro’ 80 anni? Devo guardare il sole per capire che ore sono o posso guardare l’orologio? Siamo gia’ circondati da questi aiuti tecnologici, in futuro saranno sempre con noi, dentro di noi. Sto leggendo quel visionario di Kurzweil e non ho dubbi che sara’ una cosa “naturale”. sta gia’ accadendo.
concordo
la macchina batte l’uomo e sicuro
perche riki dici che la macchina batte l’uomo, se è l’uomo stesso a crearla?
sarebbe stupido l’uomo se creasse una cosa piu intelligente di lui e non ha il modo di distruggerla, se la sua creazione gli si rivolta contro. è un po come i maestri di karate. il maestro insegna tutto al suo allievo, ma una mossa glie la tiene nascosta per poterlo sempre sconfiggere.
hai perfettamente ragione! questo ci induce a pensare….ma questo potrebbe essere il nostro miglior futuro…e se all’inizio i cyborg sono un bene ma poi ci iniziano a trattare come cavie o come pezzi di ricambio ma per loro??? siamo davvero sicuri di riuscire a controllare i cyborg?
Qui urge forum 🙂
Sono perfettamente in linea con Lance. Mi piace l’articolo, sto pensando di scriverne uno.
Ho ricevuto news sul forum… Ancora qualche giorno.
Perfetto! Così partiremo in quarta! Bravo Daniele!
Ottimo, non vedo l’ora che parta il forum!
Beh, se questo articolo vi è piaciuto, se volete ne mando uno con il punto di vista su scienza e tecnologia della corrente neoidealista, e la testimonianza di alcuni scienziati che vi aderiscono. Così potete saperne di più sulla “controparte” per cui io simpatizzo. Ditemi voi! ^__^
Anche tu fai le ore piccole, eh Lance? 🙂
Concordiamo più o meno su tutta la linea, e se Daniele vorrà pubblicare l’articolo che gli ho inviato, sarebbe davvero interessante cercare un punto comune per capire come far collimare l’etica con l’avanzamento tecnico.
infatti sarebbe bello un “transumanesimo etico”? posso chiamarlo così? una via di mezzo o se vogliamo un ponte gettato tra le due sponde 🙂
saluti
Steve74
Ciao a tutti. Che la macchina vinca sull’uomo è possibile, come è possibile che la terra si riprenda spazi ed equilibri, o che un’altra specie, terreste o meno, possa prevaricarci. I tempi riguardo ai cambiamenti tecnologici di cui parliamo su questo blog appaiono piu brevi e quindi oggetto di preoccupazione, curiosità o fascino.
Personalmene sono contento che la nostra tecnologia possa migliorarci la vita ed anche salvarla. Purtroppo abbiamo davanti agli occhi il modo in cui utilizziamo, come umanità in generale, le nuove conoscenze. Le conseguenze del nosto atteggiamento sono ormai fuori e dentro le porte delle nostre case, da tempo. Utilizziamo la conoscenza quasi sempre seguendo principi egoistici, egocentristici, ci comportiamo come se la sopravvivenza dovesse passare necessariamente attraverso la sopraffazione, l’eliminazione, il conrollo di altri. Sono e sono sempre stato affascianto dalla tecnologia in generale e dalla bionica ma con il passare degli anni mi sono disincantato. Ha preoccuparmi non è il livello di tecnologia in divenire ma chi la utilizza. Come umanità stiamo crescendo trascurando una parte di noi, e temo che questa parte, poco chiara, possa essere molto piu importante di qualsiasi tecnologia. Quello che sto cercano di esprimere è un concetto semplice, che richiede umiltà e ricerca: “Temo che non ci conosciamo abbastanza e non siamo pronti ad affrontare la tecnologa di cui disponiamo e che ci si stà prospettando”. Stiamo discutendo di utilizzare una tecnologia che potebbe annientarci, come esseri umani, in un tempo brevissimo.
Certo, il futuro bionico, potrebbe essere un futuro inevitabile, ma il modo in cui ci arriviamo farà la vera differenza. Sento che il cambiamento piu grande che possiamo affrontare per il miglioramento dell’umanità non è sulla materia, sulla tecnologia, ma nell’informazione sottile che la regola e che regola l’uomo, credo che questo potrebbe cambiare le cose e permetterci di guardare tutti alla tecnologia con fiducia, fascino ed entusiasmo, come facevo da bambino, quando avevo piu fiducia nella natura dell’uomo e credevo che la strada dell’umanità fosse solo in salita. Sappiamo benissimo che questa tecnologia , specialmente all’inizio, sarà per pochi e servirà ha prevaricare i tanti. Se ci crolliamo le spalle , pensando tra l’altro di essere tra i pochi privilegiati, allora siamo lontani dalla crescita e dal vedere la bionica come un progresso, e giustifichiamo la preoccupazione e lo scetticismo.
Questo è il mio punto di riflessione da condividere. Grazie a tutti.
Ciao Luciano.
Certamente ci saranno dei cambiamenti dato che la vita sta assumendo ritmi decisamente sempre più veloci e del resto questa grande corsa è iniziata con l’avvento della fisica quantistica. Tutte le conquiste tecnologiche derivano da questa branchia della scienza, così come oggi questi ammirevoli fisici sono già in grado di teletrasportare gli atomi e vorrebbero riuscire ad applicare questa forma di trasporto anche ad organismi umani.
Quello che sembra avveniristico in un tempo, si rivela semplicemente possibile in quello immediatamente successivo e questo, credimi, mi fa brillare gli occhi, perchè eliminare le limitazioni è certamente un sogno universale che, verificatosi nella nostra realtà, cambierebbe radicalmente le nostre vite.
Però , come sai, sono assolutamente d’accordo sul fatto che ogni scelta, ogni processo evolutivo, dovrebbe essere affrontato passo per passo con la giusta consapevolezza, con l’entusiasmo dei bambini, ma evitando una corsa infantile, se può farci perdere di vista l’essenziale.
Fra le altre cose i cambiamenti dei campi elettromagnetici, non sto parlando dello spostamento dei poli, derivanti dall’uso decisamente Esteso e Irresponsabile degli effetti tecnologici , e non li chiamo Effetti a caso.. , sta già creando conseguenze sul genere umano, tant’è che ci sono medici che studiano l’ipersensibilità all’elettromagnetismo di Non poche persone, con le relative controindicazioni e conseguenze del caso che non sto qui ad elencare sterilmente, che non vengono affatto sostenuti dalla comunità medica in questa fase della loro ricerca in via sperimentale e che anzi vengono osteggiati non poco da alcuni elementi di spicco del sistema, in quanto modificare oggi lo stato delle cose, renderebbe ai businessmen svariati cali di bilancio finanziario.
Naturalmente costoro infatti non tengono conto della salute di questi ormai sempre più numerosi pazienti, affetti , ripeto, da ipersensibilità all’elettromagnetismo, dato che la moneta, che peraltro è un bene inesistente ( pezzi di carta con più potere di quel che valgano) ha più peso nelle loro tasche che non il benessere delle persone nelle loro coscienze.
Questo è solo uno degli svariati esempi che potrei fare per supportare il tuo discorso, che in effetti appoggio, benchè io ami la scienza e la volontà di scoprire un mondo senza frontiere.
Però un mondo senza frontiere e senza limiti non può certo nascere da un mondo che ne crea altri, quindi.. è magnifico pensare al microchip.. è come la bacchetta magica vero ? Un chip che ti risolve i problemi e del resto così ci hanno educati a vivere fin dalla nascita in questo mondo consumista..
Io non ho nulla contro il chip o le bacchette magiche e ritengo che nulla che possa essere ritenuto impossibile , lo sia davvero. Niente è impossibile in senso assoluto per me.
Eppure.. non dovremmo dimenticare di evolverci anche interiormente , non solo mentalmente o produttivamente parlando e il genere di crescita di cui parlo non può fornircela un chip, ma il nostro impegno.
Anche se questa è l’epoca del tutto e subito e del compra questo oggetto che ti risolve la vita, l’epoca dello spot, dello slogan e delle promesse commerciali, ci sono cose che non si possono comprare, raggiungere o conquistare se non dentro di noi e sperimentandoci nelle Esperienze delle nostre esistenze e il prezzo da pagare è un impegno e una volontà che davvero, davvero in questo caso, hanno bisogno di essere senza confini, per evolvere e per poter utilizzare al meglio anche tutti i nostri prodotti, le nostre invenzioni, le nostre idee.
Un caro saluto e grazie dei tuoi interventi che sono sempre accompagnati dal cuore, anche se a scuola, al lavoro, ovunque ci insegnano ad utilizzare e valorizzare la mente, anzichè il cuore, mentre io credo che siano semplicemente importanti Entrambi 🙂
Ciao Luciano. ciao a tutti.
Certamente ci saranno dei cambiamenti dato che la vita sta assumendo ritmi decisamente sempre più veloci e del resto questa grande corsa è iniziata con l’avvento della fisica quantistica. Tutte le conquiste tecnologiche derivano da questa branchia della scienza, così come oggi questi ammirevoli fisici sono già in grado di teletrasportare gli atomi e vorrebbero riuscire ad applicare questa forma di trasporto anche ad organismi umani.
Quello che sembra avveniristico in un tempo, si rivela semplicemente possibile in quello immediatamente successivo e questo, credimi, mi fa brillare gli occhi, perchè eliminare le limitazioni è certamente un sogno universale che, verificatosi nella nostra realtà, cambierebbe radicalmente le nostre vite.
Però , come sai, sono assolutamente d’accordo sul fatto che ogni scelta, ogni processo evolutivo, dovrebbe essere affrontato passo per passo con la giusta consapevolezza, con l’entusiasmo dei bambini, ma evitando una corsa infantile, se può farci perdere di vista l’essenziale.
Fra le altre cose i cambiamenti dei campi elettromagnetici, non sto parlando dello spostamento dei poli, derivanti dall’uso decisamente Esteso e Irresponsabile degli effetti tecnologici , e non li chiamo Effetti a caso.. , sta già creando conseguenze sul genere umano, tant’è che ci sono medici che studiano l’ipersensibilità all’elettromagnetismo di Non poche persone, con le relative controindicazioni e conseguenze del caso che non sto qui ad elencare sterilmente, che non vengono affatto sostenuti dalla comunità medica in questa fase della loro ricerca in via sperimentale e che anzi vengono osteggiati non poco da alcuni elementi di spicco del sistema, in quanto modificare oggi lo stato delle cose, renderebbe ai businessmen svariati cali di bilancio finanziario.
Naturalmente costoro infatti non tengono conto della salute di questi ormai sempre più numerosi pazienti, affetti , ripeto, da ipersensibilità all’elettromagnetismo, dato che la moneta, che peraltro è un bene inesistente ( pezzi di carta con più potere di quel che valgano) ha più peso nelle loro tasche che non il benessere delle persone nelle loro coscienze.
Questo è solo uno degli svariati esempi che potrei fare per supportare il tuo discorso, che in effetti appoggio, benchè io ami la scienza e la volontà di scoprire un mondo senza frontiere.
Però un mondo senza frontiere e senza limiti non può certo nascere da un mondo che ne crea altri, quindi.. è magnifico pensare al microchip.. è come la bacchetta magica vero ? Un chip che ti risolve i problemi e del resto così ci hanno educati a vivere fin dalla nascita in questo mondo consumista..
Io non ho nulla contro il chip o le bacchette magiche e ritengo che nulla che possa essere ritenuto impossibile , lo sia davvero. Niente è impossibile in senso assoluto per me.
Eppure.. non dovremmo dimenticare di evolverci anche interiormente , non solo mentalmente o produttivamente parlando e il genere di crescita di cui parlo non può fornircela un chip, ma il nostro impegno.
Anche se questa è l’epoca del tutto e subito e del compra questo oggetto che ti risolve la vita, l’epoca dello spot, dello slogan e delle promesse commerciali, ci sono cose che non si possono comprare, raggiungere o conquistare se non dentro di noi e sperimentandoci nelle Esperienze delle nostre esistenze e il prezzo da pagare è un impegno e una volontà che davvero, davvero in questo caso, hanno bisogno di essere senza confini, per evolvere e per poter utilizzare al meglio anche tutti i nostri prodotti, le nostre invenzioni, le nostre idee.
Un caro saluto e grazie dei tuoi interventi che sono sempre accompagnati dal cuore, anche se a scuola, al lavoro, ovunque ci insegnano ad utilizzare e valorizzare la mente, anzichè il cuore, mentre io credo che siano semplicemente importanti Entrambi 🙂
Be’ fa piacere leggere tutte le osservazioni di questo blog la mia opinione e pero molto rivolta verso il futuro. Credo che ogni oggetto che usiamo oggi da computer a cellulari oppure a cure mediche siano la ricerca di scienziati del passato che piu che pensare alle conseguenze pericolose delle loro ricerche hanno pensato al progresso futuro della comunità. Forse il problema e creare una coscienza piu vasta per far si che le nuove scienze siano discusse da tutto il pubblico e non solo da nicchie economico-politiche. Ciao a tutti
Condivido ciò che hai scritto Marco, le grandi scoperte ed i progressi, specie quelli che potrebbero comportare un radicale cambiamento degli stili di vita, dovrebbero essere esaminati e discussi da tutti, non solo dalle “nicchie”.
la cosa chemi piacerebbe è conoscere quali sono i campi di ricerca e a quali risultati sono arrivati……kissa se ci sono siti del genere…..certo è una cosa in italia si parla veramente poco a livello dei media di futuro…….se vai su you tube ci sono tantissimi filmani in spagnolo ma pochissimi in italiano e questo e solo un esempio…..
Innanzitutto grazie per la segnalazione del film, stasera lo guarderò senz’altro 🙂
@Lancelot:
apprezzo molto il tuo articolo, l’hai scritto molto bene ed è molto interessante.
Mi sfugge però un passaggio nel tuo discorso: perchè l’evoluzione tecnologica dell’uomo dovrebbe portarci a diventare essere umani senza sentimenti ?
Io personalmente credo che le due cose siano tra di loro totalmente scollegate, o meglio, probabilmente potremo avere meno paura delle conseguenze di un incidente, ma non credo che questo causerebbe ciò di cui hai parlato.
Ovviamente è solo la mia opinione 🙂
Immagina di sostituire parte del tuo cervello con qualche “matrice positronica” alla Star Trek, o simili… sei davvero sicuro che ciò non possa comportare la perdita della capacità di provare emozioni, e quindi della nostra umanità? Io non sono contro l’utilizzo della scienza e della robotica o cibernetica per migliorare la vita (come l’introduzione di arti robotici in caso di menomazioni, o di organi artificiali), ma fino ad un certo limite! Credo infatti che esistano alcune linee di confine che sarebbe bene non superare.
Sono d’accordo con te… ma penso anche che il cervello sia un organo molto difficile da creare artificialmente…
L’uomo batte la macchina purchè si accorga in tempo dell’errore e non si faccia prendere di sorpresa, così da non essere sopraffatto!
L’uomo può spegnere l’interruttore se solo volesse!
per ki è curioso cerchi su you tube corning una finestra sul futuro prossimo……ciao
Quando si parla di perdere la propria umanità si parla di un problema reale un problema vero, io sono a favore della tecnologia, ma mi pongo delle domande.
Oggi noi abbiamo la possibilità di scaricare applicazioni sui nostri smartphone, allora mi viene da pensare a quando e se la tecnologia permetterà di scaricare applicazioni per migliorare le prestazioni dei nostri cervelli e dei nostri arti biomeccanici. Faccio un esempio io che sono incapace di disegnare potrei diventare un artista o un musicista di talento, quindi se diventassimo tutti capaci a tutto dove finirà non solo la nostra umanità, ma anche il nostro essere unici???? L’individualità potrebbe diventare obsoleta, e le nostre menti sempre connesse alla rete finirebbero per diventare di fatto una cosa sola? Relegando ai nostri corpi il ruolo di semplici Avatar ?????? Comandati da un unica volontà, una rete di menti??? Cosa potrebbe fare una cosa di questo genere???? Quali limiti avrebbe??????
Infatti diventeremmo come il popolo dei “Borg” in Star Trek, tutti uguali, tutti parte di un “alveare”!
Della serie: come i telefilm di fantascienza possano incredibilmente anticipare la realtà!
ho letto tutto d’un fiato quello che avete scritto in questa interessantissima discussione… da dire c’è molto… le domande che mi pongo sono altrettanto numerose !!!
vorrei fare l’anti-umano solo per un istante:
– se io dovessi aver bisogno di un arto o di una qualsiasi parte del corpo sostitutiva, la impianterei…. magari subito ne sarei spaventato, ma poi riconsiderando che quella parte del corpo mi serve per avere una parvenza di completezza ed integrità, opterei quasi sicuramente per l’impianto !!!
– la percentuale robotica determina l’umanità ?!? forse… quindi se disgraziatamente avessi gambe, braccia e parte del torace robotici, cosa sarei ?!? uomo o macchina ?!? sarei sempre francesco con delle nuove estensioni per poter lavorare/camminare/ecc.
– ma è proprio così necessario essere umani al 100% ? abitiamo in un corpo così fragile… con questo non vuol dire che stare in un corpo robotico non comporti problemi, di certo avremmo una certa stabilità di salute ed una determinata forza fisica che ad oggi pochi esseri umani riescono a raggiungere !!!
come sempre, non voglio attaccare o offendere qualcuno, cerco solo di esporre quello che sento leggendo tutti i vostri interventi 🙂
con affetto
francesco
Ciao Francesco,
io sostengo che la nostra umanità non è data tanto dalla quantità di parti del nostro corpo ancora “biologiche”, ma dalla nostra coscienza (quella che viene anche definita “anima”), con la capacità di provare emozioni. Ora immagina di dover sostituire tutti gli arti del tuo corpo e gran parte degli organi interni con altri artificiali a causa di un qualsivoglia motivo, saresti ancora Francesco? Probabilmente sì! Se però intervenissero direttamente sulla parte celebrare (che in teoria è sede della coscienza), sostituendola con una artificiale dopo aver fatto un backup del tuo cervello… avresti probabilmente ancora tutti i tuoi ricordi, magari anche la personalità, ma riusciresti a provare ancora emozioni? Saresti ancora Francesco?
Io sostengo che l’anima non si può fotocopiare, ma questo è un discorso filosofico, non tecnologico.
Un caro saluto,
Lance.
Io credo che ci stiamo ponendo dei “non problemi” quello che sfugge di solito quando si analizza il transumanesimo è che qualsiasi considerazione o obiezione che noi creature presingolarità possiamo formulare sembrerà ridicola ad un intelligenza postsingolarità… Parliamo di “sentimenti” di “etica” di “morale” sono tutte bellissime parole, ma sono concetti astratti in cui significato è attribuito loro dal senso comune… non credete che un cervello capace di elaborare un trilione di volte la quantità di informazione che siamo capaci di elaborare noi oggi oltre a risolvere i problemi energetici ed economici sia anche capace di comprendere queste cose meglio di noi? sarebbe come se una scimmia ragionando sulla condizione umana pensasse che nel divenire umani si perdesse il gusto di “Assaporare una banana”… in quanto uomini siamo capaci di comprendere l’universo meglio di una scimmia… e riguardo alla banana credo di poterla ancora gustare, anzi direi che la mia condizione umana mi permette di ragionarci sopra meglio di quanto la scimmia possa fare… credo che lo stesso discorso possa valere anche in avanti per i problemi che voi ponete…
lance che ne pensi della mia riflessione?
I temi che stiamo toccando, con un argomento cosi delicato, dovevano necessariamente entrare in gioco, e per fortuna dico. Possiamo guardare le cose da molti aspetti e lo stiamo facendo, ma ci sfugge ancora qualcosa, diamo per scontato che tutto quello che è possibile valutare lo stiamo discutendo, anima e coscienza compresa. Ma rimane quello che non immaginiamo. Rischiamo di fare l’errore degli egiziani, buttavano il cervello. Ora conosciamo, in piccola parte, il valore del cervello, pero’ ora si parla anche di “cervello cardiaco”. Cosa ancora non sappiamo? E’ il solito errore che facciamo sempre, ragioniamo con il metro che abbiamo a disposizione. Mi ricollego percio’ all’umiltà a cui accennavo nel messaggio precedente, è necessario essere umili per prendere in considerazione anche cio’ che non si conosce. Esiste anche quello che non conosciamo. L’America era la’ anche quando in Europa non lo sapevamo. Nella gran parte dei casi va bene anche cosi, perche’ sbaglianodo si impara. Ma se applichiamo il principio sbagliando si impara anche al nostro atteggiamento ci accorgiamo che ci sono cose che è opportuno affrontare con attenzione perchè abbiamo imparato che ci sono errori senza ritorno, per la vita o, come in questo caso, per l’umanità. Per questo “si” alla bionica, “si” alla ricerca, a 360 gradi e in infinite dimensioni, ma calma, perchè dobbiamo prima essere pronti “dentro”, anche ad affrontare chi cercherà di utilizzare la conoscenza per controllare e sottomettere, magari saranno gli stessi che lo stanno già facendo con i mezzi a disposizione ora. Ogni cosa ha un prezzo, non è meglio cercare di conoscerlo, al meglio? Prima. Se sto morendo non mi importa quanti pezzi bionici mi mettono per tenermi in vita, posso scegliere di rischiare, perchè penso di avere poco da perdere. Posso anche rischiare, per scelta, se sto bene e voglio potenziarmi. Ma devo essere libero di non volere quello che non conosco. Personalmente non vorrei rischiare sapendo di poter perdere pi’ di quello che guadagno. Il discorso fila anche in termini di opportunismo.
Grazie della condivisione. Ciao a tutti. Luciano
ahhahaha posso dire una cosa che potrebbe sembrare un po’ assurda ? Io mi sento già bionica così come sono :). Non è mancanza di umiltà. nel potenziale lo sono. Allora forse il paragone potrebbe essere assurdo, ma a me piace maledettamente tanto dire assurdità per esprimere significati e significanti per me affatto assurdi. Se io avessi 89 anni e mi sottoponessi ad un lifting non sarei più giovane, non lo diventerei nemmeno. Se uno strumento artificiale curasse le mie ferite non sarebbe comunque al passo con la capacità del mio organismo di rigenerarsi autonomamente in modo naturale e parlo per esperienza personale in quanto sono grata al mio corpo per aver egregiamente affrontato svariati problemi gravi di salute e di ma la sa ni tà .
Inoltre la vita è una magnifica esperienza ed io la amo moltissimo dato che ho rischiato personalmente di perderla a più riprese, ma anche la morte è un’esperienza quindi perchè evitarla o rimandarla a tutti i costi ?
Non so in cosa consista la morte, ma non riesco nemmeno se mi impegno a vederla come un mostro nero, quindi non mi affanno a cercare nuove cure e devo dire che il mio corpo mi ripaga bene il fatto che mi evito questo stress.
Forse non sono tutti fortunati come me, ma se diventassi un autoricambi ambulante non proverei entusiasmo nel vivere per sempre, quando questo mio piccolo macinino naturale mi dà la soddisfazione di vivere davvero.
A volte mi immagino un pezzo così, un pezzo cosà, aspetta devo riavvitare un attimo questo altrimenti non mi entra la manica del cappotto e mi sembra così buffo.
Non so che dire.. anche questi avvitamenti sono certamente esperienze, ma almeno per ora non ne sento la necessità, ne sono solo un po’ incuriosita.
E riguardo a ciò che conosciamo o non conosciamo. Dio !!! Noi conosciamo solo le nostre convinzioni !!! Quando gli spagnoli approdarono in America coi loro galeoni, gli indigeni videro gli dei, perchè la loro convinzione era che quei colossi sul mare appartenessero agli dei.
Rimasero estasiati a guardarli avvicinarsi, mentre gli occhi ( due magnifiche lenti) dicevano al cervello: ” guarda là” e il cervello rispondeva : ” Ecco gli dei !!! “.
E poi vennero in buona misura massacrati e schiavizzati e non dagli dei , ma da colonizzatori, da conquistatori, assolutamente umani.
Affidarci a ciò che vedono i nostri occhi non è saggio, perchè in genere è solo lo specchio di ciò di cui è ostinatamente convinta la nostra mente, più o meno consapevolmente, quindi mi chiedo : e quali sono le cose che conosciamo ? 🙂
Si: l’umiltà, che troppo spesso viene confusa con umiliazione e asservimento ( che è tutta un’altra cosa) , l’umiltà è quantomeno Consigliabile.
Un saluto a tutti
Già, è sufficiente toglierci dal piedistallo su cui ci siamo messi per capire quanto era fragile e incominciare a imparare quanto siamo forti e sufficienti a noi stessi. Sono le esperienze, le sofferenze e la storia a farci crescere.
Sopratutto, poi, guardarci dentro.
Un abbraccio. Luciano
Esattamente 🙂
Un abbraccio anche a te Luciano.
eccomi ancora…..è davvero molto molto stimolante guardare i post che si susseguono….come nei miei post precedenti si capisce che sono un appasionato di futuro….credo però che il discorso sia da ampliare in quanto non ce solo la robotica noi pensiamo alla spettacolarità della tecnologia e di certo la robotica è protagonista ma esistono molti campi da analizzare. in questo momento ho finito di leggere la biologia delle credenze di lipton che consiglio dove si sviluppa lA RICERCA DELLA EPIGENETICA campo che porta agli stessi giovamenti della robotica (in parle povere) ma ci sono altri studiosi come de grey con ulteriori teorie. io per finire credo che il futuro è il dibattito è più pubblico è meglio sarà..ciao a tutti
Epigenetica? non la conosco, da quello che ho sbirciato in rete è un’altro argomento delicato.
Teniamo conto che tutta la nostra ricerca parte dalla paura della morte, partendo dal presupposto che sia una cosa negativa. Io non ho paura della morte, ne sono terrorizzato. Ma capisco che questo, nel ragionare e nel fare le scelte, potrebbe essere un limite non da poco e perciò cerco di non dimenticare con quali limiti mi appoggio per partire con il ragionamento.
D’altra parte se la vita è tutta qui, forse non c’è differenza tra il vivero uno o mille anni, perchè il tempo, per la materia, passa comunque e non è detto che fra mille anni siamo pronti a morire; e quando sei morto non fa differenza quanto hai vissuto, perciò la cosa più importante è l’atteggiamento nell’istante in cui sei vivo, perchè in quell’istante, l’unico che ci sarebbe, siamo eterni.
Insomma con questo puto di vista devo dare ragione a Epicuro.
Ma, se non è cosi?
E qui non so dire nulla, perchè le ipotesi sono tante e io non ho una veritità da portare o da difendere, solo un atteggiamento di sforzata e prudente umiltà.
Si entra necessariamente nel filosofico, come nella metafisica.
La meravigliosa tecnologia di cui parliamo necessiata di questo, insieme alla materia deve crescere la consapevolezza, forse è questo che cerco di eprimere, la necessità vitale di equilibrio nello sviluppare tecnologie tanto affascinanti quanto potenti. Stiamo ancora discutendo sull’opportunità del nucleare, ma lo abbiamo utilizzato, prima che in medicina, in guerra e per produrre energia, sapendo che i danni potenziali sono praticamente irreversibili per questo ciclo dell’umanità, eppure continuiamo a usarla. Non è del nucleare che ho paura è del modo in cui l’uomo usa la conoscenza. Ciao, grazie. Luciano.
Vorrei contestare l’affermazione di Lancelot D’Arcadia “I transumanisti pongono infine l’uomo al centro dell’universo, opponendo la scienza e la ragione allo spirito e alla fede (di qualsiasi dottrina). ”
Il Cristianesimo pone, fin dall’inizio, l’Uomo al centro dell’Universo e questo deriva sia dal Nuovo che dall’Antico Testamento, quindi il concetto è radicato nell’Ebraismo.
Quando Gesù domanda retoricamente se l’Uomo è fatto per il Sabato o il Sabato per l’Uomo, questo sta dicendo. Che la Legge di Dio è stata fatta a beneficio dell’Uomo e che quello che non è bene per l’Uomo non può essere considerato Legge di Dio.
Nel saggio “La Religione della Tecnologia”, Noble cita fior fiore di santi e teologi e figure prominenti del Cristianesimo dal quinto secolo dopo Cristo ad oggi e grandi pensatori e scienziati ed inventori per dimostare che il Cristianesimo ha sempre desiderato e aspirato a riportare l’Uomo al livello pre Caduta, all’Adamo originale che condivideva conoscenza e immortalità con Dio e che l’idea di Progresso derivata dal Cristianesimo motiva e motivava molti inventori ed esploratori.
Allora, qui mi inviti a nozze! Siccome ho pure diversi amici sacerdoti, devo contestare la tua affermazione! E’ vero, alle origini il Cristianesimo probabilmente poneva l’uomo al centro dell’universo, ma questo in contrasto con le affermazioni di Cristo! Egli affermava infatti, a differenza di quantoi scritto nell’Antico Testamento, che l’uomo era parte integrante di Dio, e che in Dio era l’uomo, e quindi la coscienza dell’universo. In un passo dei Vangeli si dice: “Il Regno di Dio è nel cuore degli uomini”. Inizialmente il Cristianesimo travisò queste parole, perché legato ancora a certe tradizioni ebraiche, ma non ora! Tant’è vero che la Chiesa ha pure recentemente ammesso la possibilità dell’esistenza di altre forme di vita intelligenti nell’universo. Quindi l’uomo, almeno per il “nuovo” Cristianesimo, non è più al centro dell’universo! L’unica differenza con ciò che penso io, è che i Cristiani visualizzano ancora Dio come un’entità personale, mentre secondo me bisogna intenderlo più come un a “coscienza universale”.
Un salòuto.
La Conoscenza dell’Universo era dell’Uomo prima della caduta a causa del Peccato Originale. Se uno dei libri più importanti della Cristianità si intitola “L’imitazione di Cristo” un motivo ci sarà. Se Ugo di San Vittore scriveva: “Questo, dunque, è quello di cui si occupano le arti, questo è quello che si propongono, cioè restituire a noi la somiglianza divina”.
Quello che citi, suppongo sia Luca 17:20-21. La traduzione “dentro di voi” è discutibile, perché altri testi usano “in mezzo a voi” o “tra di voi”. E, se si legge il resto del capitolo, si vede che è un avviso a non credere ai falsi profeti che predicano che Il Regno del Signore è un luogo fisico.
Parafrasando Rothbard (e altri) il Regno di Dio è una modalità relazionale tra gli individui. Non esiste separatamente da loro.
Il fatto che la Chiesa [Cattolica] affermi che è possibile che altre forme intelligenti di vita nell’Universo esistano, semplicemente deriva dal fatto che non è difficile ridefinire “uomo” come “essere senziente”. Se esistessero altri esseri senzienti, per la Chiesa Cattolica il messaggio di Dio si applicherebbe anche a loro. Non per nulla Cattolica significa Universale. Il Credo di Nicea è abbastanza chiaro al riguardo: la Chiesa è Una, Santa, Cattolica e Apostolica. Ogni confessione cristiana crede in questo. Se non ci crede, allora è come una bottiglia piena di aceto con l’etichetta che dice “Vino”.
P.S. Tra un prete e un teologo c’è la differenza che c’è tra un medico e uno scienziato. Sarebbe bello che le due cose coincidessero, ma raramente è vero.
Infatti io ho avuto a che fare con preti e teologi, e ti assicuro che a volte sono meglio i primi dei secondi.
Un saluto.
Dopo aver letto le tante opinioni di voi tutti, mi sorgono alcune domande.
Quando gli androidi saranno migliaia nel mondo, magari anche senzienti, non dovremmo pensare a loro come una popolazione al pari degli italiani degli americani o dei cinesi?
Usarli per fare il lavoro dell’ uomo, non diventerebbe schiavitù?
Quali sono le vostre opinioni in merito?
Perché? Perché dovremmo considerarli pari a noi? Perché non dovremmo considerare pari a noi anche i cani domestici o le scimmie?
Per essere considerati nostri pari dovranno avere caratteristiche che ci facciano e li facciano riconoscere come nostri pari. In particolare, come diceva Rothbard a proposito dei diritti degli animali: “Li riconoscerò quando mi presenteranno una petizione”.
Ma, già il fatto che cani e scimmie sono forme di vita da loro dei diritti ben precisi, tant’è che esiste una carta costituzionale dei diritti degli animali. Non vedo impossibile che un domani qualcosa di simile arrivi anche per gli androidi. Citando un altro film, “l’uomo bicentenario” ne è un esempio, un androide che acquisisce lo status di uomo, con annessi diritti e privilegi
Cani e scimmie hanno diritti perhé noi riconosciamo loro valore, non perché sono esseri viventi. Uno scarafaggio è un essere vivente, ma non ho mai sentito nessuno lamentarsi se li si sopprimono.
Aquisire lo status di uomo, per una macchina potrebbe essere possibile. Ma questo status non comporta solo privilegi e diritti, ma anche dei doveri. Non dimentichiamo quali sono i doveri di un uomo che vuole vivere in società con altri uomini.
Ciao Stè. Hai toccato un punto caldo, è dal fiml A.I. che ho incominciato a pensare in modo più aperto a questa domanda.
Considerare qualcuno o qualcosa rispetto a noi presuppone due cose: sapere chi siamo noi e pensare di avere il diritto o meno di decidere in base al nostro giudizio.
Mi sembra che nella storia conosciuta abbiamo cambiato spesso entrambe le cose. Dipende insomma dal preconcetto, magari dal credo religioso.
Se andiamo oltre rimane comunque il rispetto e ancora oltre l’amore.
Sono presupposti, che non necessitano della conoscenza e con questi mi sembra un po’ più facile capire cosa è giusto, nei confronti di tutti e di “tutto”.
Quando, un oggetto o uma macchina, diventano più simili a noi?
Quando, meritano una considerazione pari alla nostra?
Sono domande che pongono un punto di arrivo e un punto da cui si giudica, ed in entrambe i casi siamo, Noi. Non fa riflettere?
A proposito, che figata gli esoscheletri. Ciao. Grazie, Luciano
Infatti la tua è una giusta considerazione, che porta in pratica ad una domanda: se riusciremo un giorno a creare un essere cibernetico senziente, simile a noi, probabilmente avrà i nostri diritti,… e allora potremmo definirlo un “essere vivente” e “umano”? Perché probabilmente, come nel film che citavi, “lui” così si considererà!
Ciao lancelotdiarcadia,
Si, se aspettiamo che qualcuno o qualcosa comunichi e pensi come noi, per dargli rispetto…, immagina, se qualcuno decide che noi non siamo “umani”, come la mettiamo?
Questo, oltre alla nostra condizione nei confronti di chi può deciderlo, cambia quello che siamo?
Certo, anche se noi rimaniamo gli stessi di prima, possiamo essere usati o “distrutti”, in nome di un “metro di misura” differente dal nostro.
Peraltro, non è quello che accade agli uomini nel mondo?
Sono vicino al pensiero che esprimi, dobbiamo essere aperti e umili, come umanità, per affrontare quello che stiamo incontrando, forse più che mai, vista la velocità e l’entità della conoscenza scentifica e dei cambiamenti in atto. Oltretutto se rimaniamo legati a idee preconcette siamo molto vulnerabili e indirizzabili.
Ciao. Grazie, Luciano
Ciao painlord2k
Se parti dal presupposto che siamo noi il punto di riferimento e che quello che conosciamo sia sufficiente; beh, allora non c’è molto su cui riflettere e discutere. Non pensi che questo atteggiamento ci stia creando un pò troppi problemi, come società intendo? Poi, diventa sempre più diffficile trovere un punto comune nel quale stabilire chi è umano o no anche tra gli umani. Insomma è facile perdersi e dividere, imprigionandosi nei credi e nei dogmi.
Ciao. Grazie, Luciano
Mai detto che quello che conosciamo sia sufficiente. Anzi, penso il contrario. Dobbiamo aumentare la nostra conoscenza e comprensione per poter migliorare la nostra posizione.
Per quel che riguarda decidere chi è umano e chi no, mi baso su quello che diceva Forrest Gump a proposito degli stupidi: “Umano è chi l’umano fa”. Ci sono tanti Homo Sapiens Sapiens che non avrei problemi a definire inumani, per vari motivi.
Bisognerebbe, forse mi ripeto, definire bene e non in modo ambiguo cosa significa “umano”. Perché in quella ambiguità si nascondono molte insidie.
Hai ragione, le parole non bastano mai per comunicare quello che passa per la testa. Comunque quando dico “umano” intendo il termine in senso lato, cosi come quando parlo di rispetto o di amore, certo capirsi non è facile, ma è per questo che stiamo discutendo, anche per cercare di sintonizzarci sugli altri, per imparare.
Ciao. Grazie. Luciano
Infatti, quello che voglio puntualizzare è proprio questo.
Se si parla di “umano” non sempre è chiaro di cosa si sta parlando: Homo Sapiensa Sapiens, di un essere senziente simile al precedente, di una macchina che si comporta come lui, di una macchina o un essere alieno semplicemente senziente? Di un essere con emozioni? Di un essere che può entrare in una relazione significativa con noi? Che tipo di relazione significativa? Ci si può commerciare? etc.
Il problema potrebbe non porsi, perchè, come dicevi tu, quando un’intelligenza “artificiale” raggiungerà un certo livello di comunicazione, sarà lei stessa a dirci come vorrà essere considerata.
Saremo pronti ad ascoltarla?
Personalmente cerco di rispettare anche chi non comunica al mio livello.
Per quanto riguarda il cambiamento possibile per il corpo e la mente dell’uomo, non voglio parlare di Dio o di Religione. Se è vero che l’universo è composto soltanto dal 4 % circa di ciò che si ipotizza esista, quando facciamo un cambiamento, radicale e repentino, come quello che si potrebbe prospettare, sostituendo cosi tanto di quello che siamo: molte parti del corpo e magari la mente, praticamente, trasferendoci per allungare la vita, rischiamo, al minimo, di snaturarci. Forse questo cambiamento farà parte dell’evoluzione ma forse, rischiamo di perdere il significato di ciò che siamo, del motivo per cui siamo arrivati ad essere quello che siamo oggi. Magari diventiamo qualcosa che non è più utile a noi stessi. Stiamo sempre ragionando all’interno di una conoscenza che si muove al disotto del 4 % dell’esistente.
E’ come voler cambiare la ricetta di una torta, della quale non conosciamo ingredienti e quantità, niente, ma che ipotizziamo esista, regolando semplicemente la fiamma del forno, orgogliosi di aver capito come si gira la manopola.
Per questo dico si alla ricerca, si al progresso, si al cambiamento, con attenzione, e, visto che la materia su cui ragioniamo gli è legata, con il tempo, necessario per metabolizzare e comprendere. Per essere pronti a godere delle meraviglie che stiamo imparando creare.
Condivido tutto ciò che hai detto! Anch’io non sono contro il progresso scientifico e tecnologico, anzi, ma credo si debba usare attenzione, senso critico, responsabilità, e tempo… a volte, correre non fa bene.
Grazie lancelotdiarcadia.
Vedo che, girando per tutto il Blog, la conoscenza e la tecnologia non sono in discussione ed affascinano quasi tutti, il punti di perplessità sono sempre gli stessi: siamo pronti? Cosa sappiamo veramente di noi e dell’universo? Come verrà usata questa tecnologia? Sembra proprio che l’innovazione scentifica e tecnologica ci stia obbligando ad accellerare anche la nostra consapevolezza.
E’ un aspetto interessante.
Magari ci aspetta una generazione di illuminati che girano con esoscheletri e ram di memoria ausiliaria.
Credo già che ci siano delle persone se non “illuminate”, almeno sulla strada dell’illuminazione. Tanta gente sta iniziando a porsi delle domande (ad esempio sullo scopo della nostra esistenza), che fino a pochi secoli fa erano a dir poco inconcepibili! Questo blog, nel bene e nel male, ne è un piccolo esempio. E mi sa che forse non sarà nemmeno necessario aspettare ram di memoria!
Con amicizia,
Lance.
Questo è il motivo per cui dobbiamo sperimentare e provare. Pe sapere.
Essendo un libertario, sono contrario a decisioni dall’alto, centralizzate in qualsiasi modo, che decidano cosa è o cosa non è permesso fare a se stessi.
Io potrei optare per una cosa, tu per un’altra. L’esperienza ci dirà solo a posteriori chi aveva ragione e chi torto. In questo modo, anche se commettiamo, individualmente, degli errori, la probabilità di commetter tutti lo stesso errore e non rendersene conto è minore e, ogni errore non sarà catastrofico se non per il singolo.
Concordo! In futuro, se ad esempio vi sarà davvero la possibilità di potenziare il proprio cervello con dei chip, questo dovrà essere una libera scelta, anche perché non è detto che il risultato possa essere uguale per tutti, e scevro da errori anche pesanti.