Archivio per la categoria ‘android e gynoid’

Dopo altre settimane di silenzio mi faccio risentire. Spero che questa sia la volta buona per garantire una continuità produttiva su postumano.

Scusatemi, ma come vi ho già spiegato la mia assenza dal cyberspazio è dovuta principalmente a degli impegni su più fronti.

Ogni volta che rimando un post mi sale l’angoscia. Basta. Ricominciamo adesso. Con una data simbolica: 11/11/11.

Vi propongo un articolo che ho scritto per il magazine di tecnologia T3, con cui collaboro da qualche mese.

Parlo della scuola del futuro. Ve lo consiglio perché in questo momento storico abbiamo bisogno di risorgere e forse la rivoluzione deve cominciare proprio dall’istruzione e dall’educazione che diamo alle nuovissime generazioni.

Quando ho capito qual è lo scenario che si prospetta nei paesi tecnologicamente più avanzati sono rimasto a bocca aperta. Avrete molto su cui discutere!

Parlerò di questo argomento anche sabato a Verissimo (Canale 5) e in parte anche domenica sera a Lilit (Rai Tre).

Scuola 2.0

L’Italia, il bel paese, il rinascimento, il genio dell’arte e dello stile, la profonda cultura radicata nelle antiche cittadine con le architetture stratificate appartenenti a differenti epoche storiche. Lo spirito della tradizione accademica e la qualità delle nostre scuole, delle Università arcaiche e prestigiose, delle immense e preziose biblioteche.

Ma siamo sicuri che sia ancora così importante perpetrare il classico programma di studi adottato dai nostri sistemi scolastici? Nell’era dell’informazione istantanea, dove il web sopperisce ogni lacuna intellettiva, non rischiamo di rimanere indietro, ingolfati da un sistema superato? In che modo dovremmo aggiornarci? Come sarà la scuola del futuro?

Per rispondere a queste domande bisogna guardare la direzione presa dagli altri paesi e individuare il sistema più efficiente. È inevitabile notare come l’oriente stia crescendo ininterrottamente ormai da una ventina d’anni, sia come potenza economica che nell’espansione della sua influenza culturale a livello mondiale. Giappone, Cina e Corea del Sud sono le “tigri asiatiche” che vivono nel rinascimento tecnologico.

Proprio nella Corea del Sud è in corso il più innovativo e visionario programma di sviluppo educativo che prevede l’utilizzo massiccio di insegnanti robot. Avete capito bene. Insegnanti robot. Il progetto vorrebbe introdurre i sistemi didattici automatici a qualsiasi livello di istruzione. Il periodo di sperimentazione, durato diverse settimane, ha avuto talmente successo che entro il 2013 tutti gli asili e le classi elementari usufruiranno di un insegnante non umano.

Inizialmente verranno impiegati come istruttori di inglese, una professione che altrimenti richiederebbe docenti stranieri. Le lezioni vengono precaricate nel robot, oppure possono essere svolte in streaming live, grazie alla telepresenza di un professore collegato a distanza. Dunque gli insegnanti umani non spariranno subito, ma verranno affiancati dai robot che serviranno come loro assistenti.

Gli insegnanti robot sono già utilizzati in Giappone. Anche se hanno ancora delle forti limitazioni, in poco tempo riusciranno a sviluppare delle capacità impensabili per gli insegnanti umani. Possono discutere qualsiasi materia umanistica e scientifica, hanno un proiettore per le immagini e la telepresenza, permette ai genitori di osservare i propri figli mentre sono in classe, ma non solo. Si possono chiamare “ospiti” e divulgatori per interagire direttamente con gli studenti in aula.

Sono usati anche come baby-sitter nei centri commerciali. La mamma registra il bimbo, lo affida al robot, va a fare la spesa e lo ritira all’uscita. Può sempre dare una sbirciatina e parlare con il figlio attraverso la telecamera e lo speaker del robot.

Ad oggi in Corea i robot sono utilizzati in 500 asili, ma entro il 2013 verranno impiegati in 8000 asili e classi elementari.

L’intento è anche di entusiasmare i ragazzini nei confronti della robotica, abituarli alla convivenza con le macchine intelligenti e invogliarli ad intraprendere una carriera ingegneristica nel campo della progettazione di nuovi robot.

Ma i bambini come hanno reagito di fronte ad una maestra robot? Benissimo. Si sentono più liberi e sereni. Sono completamente a proprio agio quando si interfacciano con un device che assomiglia ad un giocattolo. Non sono intimiditi da un adulto, hanno meno paura di commettere degli errori e l’apprendimento risulta più facile, naturale e divertente. Non dimentichiamoci inoltre che i robot hanno una pazienza infinita e una conoscenza enciclopedica di ogni materia.

Possiamo anche sorridere, ma state certi che molti altri paesi adotteranno lo stesso sistema. L’era dei robot potrebbe equivalere alla rincorsa spaziale degli anni ’60. Ci sono troppi interessi. E la Corea del Sud non scherza. Il loro ministero dell’istruzione scientifica e tecnologica ha annunciato un investimento di 2 miliardi di dollari per digitalizzare entro il 2015 tutti i libri scolastici. Non sarà solo un risparmio di carta, ma un modo completamente nuovo di studiare. Gli allievi potranno godersi i loro nuovi libri digitali interattivi, completi di ogni documento multimediale. Avranno accesso ovunque al wifi e al sistema di cloud computing della scuola per condividere con gli altri I propri progressi attraverso i forum e le chat.

Nella scuola 2.0 il libro non esisterà più. Non servirà più. Le informazioni saranno scelte individualmente dagli studenti che, guidati dai professori, collegheranno a piacere varie fonti, in modo da delineare un arazzo dettagliato e appassionante della materia che stanno studiando. Verranno premiati i collegamenti  e le condivisioni migliori, così da promuovere un lavoro collettivo.

Già adesso usiamo questo sistema quando navighiamo in rete. Saltando da un link all’altro il tempo vola. Pensate cosa significherebbe riuscire ad entusiasmare lo studente nella stessa maniera, anche quando esegue una ricerca sulla biologia molecolare… Questa sarà la grande rivoluzione dell’istruzione digitale.

Daniele Bossari

Buongiorno cari postumani. Sapete cosa sono i Gynoid? Sono le femmine degli androidi (dal greco gyne – donna). A quanto pare in giappone si stanno impiegando molte risorse per la creazone di questi esemplari, che mese dopo mese diventano sempre più evoluti e numerosi… Chissà se ha qualche relazione antropologica con la crescente emancipazione femminile?! 🙂

In questi giorni ho ricevuto delle email da Steve74, il quale mi ha proposto di parlare di questo incredibile argomento. Ovviamente il tema è molto vasto e lo riprenderemo spesso nelle prossime settimane.

Steve cita un film a cui sono molto affezionato, perchè durante l’infanzia mi accese l’immaginazione e la passione per la tecnologia. Forse, se ho creato questo blog, è in parte anche per merito di quel film. Le nuove generazioni quasi sicuramente non lo conosceranno, quindi mi permetto di consigliarvelo calorosamente.

Come sempre, leggiamo e pensiamo. Steve74 ci chiede:

Androidi..quanto manca ancora?

Nel 1973 usciva un film capolavoro Il mondo dei robot (Westworld), dove si raccontava di un parco a tema in cui i facoltosi turisti potevano vivere un’esperienza altamente immersiva in tre mondi: antica roma, medioevo e far west. E’ stato il primo film in cui si è utilizzata la computer-grafica per i suoi effetti speciali e per la prima volta la definizione “virus” veniva riferita ad un malfunzionamento dei computer.

Yul Brynner vestiva i panni di un androide che, prevaricando i limiti del proprio programma di controllo, si ribellava ai suoi creatori arrivando ad uccidere. Il mondo dei robot non solo ci mostra una realtà popolata da androidi, ma ci propone anche il problematico confronto tra esseri umani e non umani.

Rivedendo questo film, ambientato nell’anno duemila, mi sono domandato se il regista e sceneggiatore Michael Crichton si fosse sbagliato di molto sul periodo storico in cui questi esseri non biologici vedranno effettivamente la luce. Quanto manca ancora al momento in cui potremo decidere di utilizzare la nostra carta di credito per portarci a casa un nostro simulacro artificiale?

Prima che sul vostro viso si formi un sorriso scettico lasciate che vi dica: forse meno di quanto crediate!
Certo parlando di intelligenza artificiale siamo agli albori, anche se la tecnologia ci ha dimostrato ampiamente di evolvere a ritmi vertiginosi, ma parlando dell’aspetto meccanico, diciamo dell’hardware, le cose sono un po’ differenti.
Attraverso alcuni video vi mostrerò che il futuro forse è piu vicino di quanto pensiate.

I tre video che seguono sono modelli gynoid tra i più evoluti in questo momento e come potrete notare siamo indubbiamente a buon punto…

Il primo video ci mostra il modello Repliee Q1

Nel secondo possiamo osservare il modello Actroid DER2

Il terzo mostra le potenzialità del modello HRP-4c

Cosa ne pensate dunque? Ne siete rimasti affascinati, sbigottiti o forse infastiditi? Per quel che mi riguarda una domanda continua a martellarmi: a cosa porterà tutto questo?

Saluti,

Steve74