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Nel 2002, Steven Spielberg, con il film Minority Report ci aveva mostrato un assaggio di come potrebbe diventare il mondo in un futuro non troppo lontano.

La trama raccontava di un’unità speciale denominata ‘PreCrime’, in grado di prevedere quando stava per essere commesso un omicidio, dando la possibilità alla polizia di catturare i potenziali criminali prima che eseguissero l’atto.

Una delle invenzioni più intriganti del film era la pubblicità in grado di riconoscere i passanti interagendo con loro, chiamandoli per nome.

“John Anderton!” urla la pubblicità a Tom Cruise. “Potresti farti una Guinness, proprio adesso!”

E mentre Anderton cammina, la pubblicità lo chiama per nome da ogni parte. Ecco la scena:

Il film era ambientato nel 2054, ma una nuovo rapporto scritto dal Centre for Future Studies britannico, prevede che molto presto avremo annunci come quelli che avete appena visto. La rivoluzione pubblicitaria potrebbe avvenire entro i prossimi 12 mesi!

Il loro studio – commissionato da 3M|GTG, azienda leader nel settore dell’ingegneria software e hardware specializzata nella pubblicità digitale – svela il primo passo verso messaggi pubblicitari che si adattano ai nostri stati d’animo.

La tecnologia è stata soprannominata ‘Gladverts’ dagli autori del rapporto. Usa il software di riconoscimento emozionale (emotion recognition software ERS), in grado di sapere se sei felice o triste e ti propone un annuncio personalizzato, in base a come ti senti in quel momento.

In Giappone, la NEC ha già sviluppato un sistema che riconosce il sesso di una persona, fa una stima della sua età, e crea un messaggio pubblicitario adatto al suo target.

Ora questa pubblicità mirata farà un passo avanti. Non solo conoscerà il tuo umore, il tuo sesso e la tua età. Attraverso le informazioni archiviate dai social network, saprà anche quali sono le tue abitudini e i tuoi interessi.

“Steven Spielberg si è sbagliato”, ha dichiarato Daniel Steinbichler, l’amministratore delegato di 3M|GTG. “La pubblicità sarà più avanzata di quella immaginata dal regista. Invece di limitarsi a riconoscere i consumatori in base al nome, la tecnologia gladvertising permetterà alle varie marche di offrire esperienze interattive direttamente con il singolo consumatore, entro il 2012.”

Ancora una volta abbiamo raggiunto la fantascienza. A me fa un po’ paura…

Siamo abituati a convivere con le telecamere di sorveglianza disseminate ormai ovunque. Negli ultimi anni stanno prolifierando in tutte le città, piccole e grandi. Nel nostro paese è molto difficile trovare dei dati a riguardo, perchè non esiste una mappatura ufficiale delle zone videosorvegliate. Ho scoperto un progetto che cerca di fare il punto della situazione, scheda le camere e aggiorna periodicamente le statistiche inviandole poi all’Autorità Garante Per La Protezione Dei Dati Personali per capire se ci sono delle violazioni ed eventualmente denunciare le irregolarità.

Il progetto si chiama Anopticon e consiste nell’invertire l’idea di “Panopticon”, una prigione progettata in modo da permettere ad un unico guardiano di osservare tutti i prigionieri in ogni momento, ottenendo così un incredibile potere psicologico sulla mente dei detenuti a cui veniva imposto un atteggiamento disciplinato tramite la percezione di essere sempre osservati.

Anopticon respinge l’idea del “Panopticon”, del “Grande Fratello” orwelliano e parte da alcuni quesiti fondamentali che riguardano la privacy di ogni cittadino:

Viviamo in libertà vigilata? Quanto sono efficaci queste telecamere? Siamo veramente più sicuri? Quanto ci costano?  É veramente giusto essere osservati senza saperlo nella nostra vita quotidiana? E’ un problema per la nostra privacy? E’ una minaccia alla nostra libertà?

Ma come si combatte il Grande Fratello? Osservandolo direttamente, pubblicando le sue mosse e raccogliendo le segnalazioni della gente.

Misuriamo la somma delle aree videosorvegliate dalle telecamere.
Calcoliamo il rapporto tra lo spazio camminabile e lo spazio sorvegliato.
Dove penderà l’ago della bilancia, verso la libertà oppure verso il controllo globale?

Per maggiori informazioni e per inviare le vostre segnalazioni cliccate qui.

Dai dati raccolti da Anopticon, la città più video sorvegliata in Italia risulta essere Venezia.

Londra è invece la città che detiene il primato mondiale. Il loro programma di controllo video e audio (le telecamere hanno anche microfoni direzionali) prevede l’uso futuro di segnalatori che verranno inseriti in ogni autovettura.

Ma nessuna città al mondo ha un sistema di video sorveglianza così sofisticato come a Chicago. (In totale più di 10.000 telecamere)

Per combattere le più grandi piaghe di Chicago (le gang, la droga e la violenza) e per prevenire il terrorismo, la polizia ha posizionato nei luoghi con un tasso di criminalità elevato, 105 nuove videocamere chiamate P.O.D.s (Police Observer Devices).

I P.O.D.s montano il minaccioso lampeggiante blu della polizia, sono costruiti con materiale anti-proiettile, hanno una videocamera a 360 gradi ad alta definizione in grado di zoomare ad una distanza di 4 isolati e riconoscono il minimo dettaglio anche al buio. Hanno un rilevatore di spari, cioè un microfono capace di localizzare il punto d’origine dello sparo per puntare subito l’occhio elettronico e capire cosa sta succedendo.

Il segnale dei P.O.D.s viene inviato wireless ad una centrale operativa con centinaia di monitor controllati da agenti umani. Appena un crimine viene commesso, la centrale informa la pattuglia più vicina al luogo per procedere all’arresto immediato.

Ogni P.O.D. costa 32.000 dollari e siamo già ai modelli di quarta generazione. I prossimi saranno grandi quanto una scatola di fiammiferi!