
L’amico Lancelot D’Arcadia è uno dei più attivi nei commenti di questo blog. Si fa portavoce dei dubbi e delle paure di molta gente che vede il futuro transumanista come una minaccia. Mi ha inviato un articolo. Questo blog nasce proprio per riflettere sui cambiamenti evolutivi in corso. Quindi vi invito a leggerlo e chiedo al nostro Bruno Lenzi, in qualità di rappresentante del Network dei Transumanisti Italiani, di controbattere eventuali inesattezze con un commento o con un nuovo articolo. Che il dibattito abbia inizio!
Transumanesimo: leggere attentamente le avvertenze, potrebbe provocare gravi effetti indesiderati!
di Lancelot D’Arcadia
Il mio ruolo in questo blog ha una funzione che potrebbe essere molto importante: quella della “controparte morale”.
Premetto che non sono a priori contrario alla filosofia transumanista, ma ritengo che essa debba essere accompagnata da dubbi e da approfonditi e personali esami di coscienza.
Come primo articolo, vorrei stimolarvi a porvi delle domande.
Iniziamo cercando di capire cosa significa davvero “essere transumanista”
Il termine “transumanesimo” venne coniato per la prima volta attorno al 1957. Originariamente si trattava di una corrente filosofica direttamente imparentata con quella umanista e illuminista, che auspicava una emancipazione dell’umanità. Secondo i primi fondatori, “transumano è l’uomo che rimane umano, ma che trascende se stesso, realizzando le nuove potenzialità della sua natura umana, per la sua natura umana”.
No, non è un gioco di parole! In realtà si tratta di un concetto altamente filosofico, che però non è il momento di approfondire. Soffermiamoci invece su ciò che il transumanesimo è poi diventato. Attorno alla metà degli anni ottanta, gruppi di scienziati ed intellettuali “transumani”, iniziarono ad accostare questa filosofia al crescente sviluppo tecnologico, di fatto travisandone l’originale natura, e trasformandola nell’odierna corrente.
Oggi la dottrina transumanista pone al centro il miglioramento della condizione umana attraverso tecnologia di miglioramento della vita, come l’eliminazione dell’invecchiamento, e il potenziamento delle capacità intellettuali, fisiche o fisiologiche dell’uomo attraverso supporti genetici, tecnologici, e cibernetici.
I transumanisti di norma sono a favore dell’utilizzo delle tecnologie emergenti, incluse molte attualmente ritenute controverse, come l’ingegneria genetica sull’uomo, la crionica, e gli usi avanzati dei computer e delle comunicazioni. Spesso ritengono che l’intelligenza artificiale un giorno supererà o sostituirà quella umana.
Essi sostengono inoltre che questo sviluppo è desiderabile, in quanto gli esseri umani possono e dovrebbero diventare “più che umani” attraverso l’applicazione di innovazioni tecnologiche come l’ingegneria genetica, la nanotecnologia, la neurofarmacologia, le protesi artificiali, e le interfacce tra la mente e le macchine. I transumanisti pongono infine l’uomo al centro dell’universo, opponendo la scienza e la ragione allo spirito e alla fede (di qualsiasi dottrina). La maggior parte di essi si definiscono infatti agnostici o atei, affermano la non esistenza dell’anima, e spesso credono nella compatibilità delle menti umane con l’hardware dei computer, con l’implicazione teorica che la coscienza individuale possa un giorno essere trasferita o emulata su un supporto digitale.
A partire dalla fine degli anni novanta, si è assistito ad un progressivo impoverimento morale ed etico di diverse correnti transumaniste, a favore di un indiscriminato uso di scienze come la crionica, l’ingegneria genetica, la cibernetica, a sostegno della clonazione umana e del trasferimento della “coscienza umana” su supporto digitale.
Tale deriva, definita da molti detrattori “abominevole”, ha recentemente provocato, specie negli Stati Uniti (ma anche in Italia), la presa di distanza di diversi scienziati e ricercatori dal transumanesimo, a favore di correnti neoidealiste.
Il neoidealismo, in pratica, si oppone al transumanesimo in quanto incoraggia sì l’uso della scienza per il miglioramento della condizione umana, ma con limiti etici e morali ben precisi, poiché sostiene che l’evoluzione umana vada ricercata all’interno dell’uomo stesso, a livello spirituale e coscienziale.
Ma degli idealisti come me, se vorrete, parleremo in un prossimo articolo.
Dopo aver chiarito alcuni aspetti del transumanesimo, a voi “transumani” o almeno simpatizzanti, vorrei infine proporre un esempio e una domanda:
immaginate di avere la macchina del tempo, e di poter viaggiare un centinaio (forse meno) di anni nel futuro.
Immaginate ora di approdare in un mondo dove la deriva “transumana” si è sparsa ovunque a macchia d’olio; all’inizio potrebbe sembrarvi un futuro paradisiaco: niente più (forse) guerre, niente più malattie, e anche la morte potrebbe non esistere più! Il tutto grazie ad avanzatissime tecnologie che hanno permesso un’integrazione dell’uomo con la macchina, e creato di fatto un mondo di superuomini, di cyborg.
Tutto meraviglioso? E se con questa “integrazione” si fosse persa ogni briciola di umanità? Se con la capacità di provar dolore si fossero perse anche quelle di provare amore, amicizia, compassione, e emozioni? E se gli unici umani rimasti fossero dei cloni utilizzati come cavie o come “pezzi di ricambio” per le poche parti biologiche rimaste nei vostri corpi?
Dite la verità: vi piacerebbe un mondo del genere? Credete davvero che possa essere solo fantascienza?
Le tecnologie per far avverare questo futuro ci sono già!
Pensateci: alla fine, volete davvero essere transumanisti?
Con affetto,
Lance.