L’ IBM ci mostra in un video cinque innovazioni che potenzialmente potrebbero cambiare il modo in cui la gente lavorerà, vivrà e giocherà nei prossimi cinque anni. Il filmato (in inglese) è basato sui trend di mercato, sulle analisi sociologiche e sulle tecnologie sviluppate dalla IBM.
Vedremo come i sensori degli apparecchi che usiamo quotidianamente potranno aiutare gli scienziati a raccogliere dati capillari, in modo da creare un ritratto preciso del nostro ambiente e capire con precisione cosa accade al pianeta, prevedendo anche i cataclismi.
Secondo l’IBM tra cinque anni la tecnologia 3D olografica sarà nelle case e negli uffici, cambiando il nostro modo di relazionarci e di lavorare.
Le batterie dureranno dieci volte di più rispetto ad oggi e respireranno l’ossigeno nell’aria per alimentare i nostri device!
Il calore e l’energia in eccesso dei computer all’interno dei “data center” nel mondo verranno riciclati per riscaldare o alimentare l’aria condizionata nelle città. Questa sarebbe un’enorme innovazione se pensate che più del 50% dell’energia consumata dai data center è usata per raffreddare i computer!
I navigatori satellitari saranno in grado di personalizzare con grande efficienza le nostre rotte. Riusciranno a prevedere con anticipo la congestione del traffico e riusciranno a farci arrivare sempre puntuali… 🙂
La Boston Dynamics è famosa per i suoi inquietanti robot impiegati nell’esercito americano. Il più popolare è BigDog, in grado di camminare come un quadrupede e di mantenere l’equilibrio anche nelle situazioni critiche, come sul ghiaccio, o sui terreni più accidentati. Il suo lavoro è quello del vecchio “mulo”, cioè trasportare materiale. Se non ve lo ricordate ve lo ripropongo:
Un’altra creaturina simpatica della Boston Dynamics è RiSE, un robottino capace di arrampicarsi su superfici verticali come muri, alberi o barriere. Un bell’insettone computerizzato che mi ricorda quel maledetto “spiderbot” del film Runaway del 1984:
Tra i vari progetti Boston Dynamics, meritano una citazione anche gli SquishBot, una nuova categoria di robot chimici in grado di trasformarsi da duri a morbidi per infilarsi nelle fessure e negli spazi più piccoli. Pensate che bello vederseli sbucare dal lavandino! Non ci sono video, ma due immagini:
Quelli che avete visto sono solo alcuni dei progetti finanziati dalla DARPA. Ora si entra nell’era dei robot-soldati umanoidi e dei ghepardi.ATLAS sarà infatti in grado di muoversi come un essere umano. Potrà camminare su terreni difficili, bilanciandosi alla perfezione, potrà accovacciarsi, strisciare o camminare carponi se la situazione dovesse richiederlo. Ricorda molto il “T-800” di Terminator. Cheetah invece sarà un robot ghepardo, in grado di correre molto più velocemente di un essere umano. Grazie alla sua capacità di compiere scatti felini e improvvisi cambi di direzione sarà perfetto per gli inseguimenti… Speriamo solo che non sviluppi il gusto per la carne umana!
Il braccio bionico che avete visto in questo video di NewScientist è interamente controllato dalla mente di Jesse Sullivan, l’uomo che lo indossa. E’ stato sviluppato dall’ingegnere biomeccanico Todd Kuiken e dal suo team della Northwestern University. Il braccio legge gli impulsi nervosi del torace e li traduce in un movimento di complessa abilità, come la capacità di afferrare una pallina o usare un martello. La tecnologia dei dispositivi controllati dalla mente sta facendo enormi passi in avanti. Davvero affascinante!
Quello che vi propongo oggi è un documentario importante che i transumanisti conoscono molto bene. E’ andato in onda su rai tre il 15 novembre 2006, all’interno del programma “C’era una volta…”. Parla del futuro dell’uomo e la nascita del postumano secondo i transumanisti. Dopo la sua messa in onda si sono scatenate molte discussioni su internet, e se lo vedrete capirete il perchè. Ho deciso di pubblicarlo dopo numerose segnalazioni e ritengo opportuno parlarne anche su questo blog.
Devo sottolineare che l’associazione transumanisti italiani si è scissa in due gruppi per motivi politici ed è nato il network transumanista italiano. In pratica l’AIT ha preso una svolta sovrumanista, cosa che a molti transumanisti non è piaciuta…
Su postumano in questi giorni vi ho mostrato diverse interfacce cervello-computer. Paolo Atzori mi ha segnalato una piattaforma software gratuita per programmare applicazioni per questa tecnologia. Si chiama OpenViBE e attraverso la sua interfaccia grafica si possono costruire scenari compatibili con gli strumenti EEG. Se siete dei programmatori o smanettoni, questa è una bellissima occasione per esplorare il mondo della comuicazione mentale tra uomo e macchina. In questo lungo video viene illustrato in modo molto chiaro come funziona OpenVibe. Devo sottolineare che sul sito di OpenViBE ci sono molti tutorial. Anche se ignorate la programmazione è comunque interessante capire come si sviluppa il processo di apprendimento da parte della macchina per eseguire gli ordini impartiti dal nostro cervello.
Su Discovery Science va in onda la serie “Tecnologie del futuro”. Questo è il primo episodio di 45 minuti dedicato ai Super Uomini:
Comunicazione telepatica, lenti a contatto-computer, pillole per potenziare il cervello, neurogenesi, espansione dei sensi, nanofibre, autorigenerazione del nostro corpo, organi stampati, controllo del genoma, pillole anti-invecchiamento, longevismo…
L’amico Sigismondo nel precedente articolo ha lasciato una segnalazione importante tra i commenti. La raccolgo per riportarla con più enfasi, visto che si tratta di un importante progetto sviluppato in Puglia, a Galatina. Si chiama Brainshield e il suo obiettivo è di riuscire a pilotare un aereo con la forza del pensiero.
Nella base aerea “Nido delle aquile”, sede del 61° stormo, un’equipe di ricercatori e di piloti militari sta lavorando alla comunicazione diretta tra cervello e computer attraverso le onde cerebrali. Il pilota telepatico indossa una cuffia con elettrodi collegati al cuoio capelluto sotto il casco di volo e in questo modo comunica le sue intenzioni e le sue emozioni al computer, che agisce di conseguenza, gestendo i rischi di eventuali errori umani durante le manovre stressanti in combattimento e facilitando i complessi controlli del velivolo.
Ci saranno anche sviluppi nell’aviazione civile. L’Alitalia ha dimostrato interesse e a testimonianza della serietà del progetto si sono avvicinati a Brainshield anche rappresentanti della Finmeccanica, dell’Università Tor Vergata, della Fondazione Santa Lucia e di Alemia, una società che realizza velivoli militari e commerciali.
Ecco una breve spiegazione di Roberto Isabella, colonnello medico e coordinatore militare di Brainshield:
Sono un grande appassionato delle periferiche che utilizzano la tecnologia dell’elettroencefalogramma per scopi innovativi. In questo articolo vi descriverò brevemente cosa intendo dire, sicuro di accendere la vostra curiosità. Ecco i passaggi che mi hanno portato fin qui…
Era il 2007 quando con grande stupore venni a conoscenza di Mindball, un gioco creato nel 2003 da un laboratorio svedese: l’ Interactive Productline IP. Il loro obiettivo era quello di sviluppare un prodotto EEG semplice ed intuitivo, per allenare l’abilità di rilassarsi o concentrarsi. Mindball è un gioco per due persone controllato dalle onde cerebrali dei giocatori. E’ una vera e propria sfida mentale. Più ci si rilassa e più la pallina avanza verso l’avversario. Vince chi fa “goal”. Ho avuto la fortuna di giocarci in Svezia ed è straordinario (ho vinto sempre!):
Dopo l’avvento di Mindball la produzione di apparecchi EEG ludici si è diffusa anche negli Stati Uniti grazie alla tecnologia sviluppata dalla Neurosky. I giochi in commercio sono straordinari. Li ho comprati tutti e meritano recensioni approfondite (magari in altri articoli). Il più bello è senza dubbio Mindflex, distribuito da Mattel, in cui si comanda una pallina con la mente in un circuito pieno di ostacoli. Più ci si concentra e più la pallina sale, mentre per farla scendere bisogna rilassarsi… Ogni persona a cui l’ho fatto provare è rimasta a bocca aperta! Quest’estate uscirà anche la versione “duel”, un duello mentale per due giocatori molto simile allo svedese Mindball, ma con la possibilità di aggiungere gli ostacoli:
I sensori Neurosky sono alla base di molti altri giochi. Il meccanismo è sempre lo stesso. Concentrazione e rilassamento. E’ un esercizio mentale utilissimo. Star Wars Force Trainer distribuito da Uncle Milton, con la licenza ufficiale della Lucas è l’esercitazione ideale per diventare un vero Jedi! Vi rendete conto? Ci sono molte voci campionate di Yoda… Che la forza sia con voi!
Sempre sulla base della tecnologia Neurosky ci sono altri due prodotti fantastici. Uno è Mindset, una cuffia bluetooth da collegare al proprio computer, l’altro si chiama XWave della PLX Devices. Quest’ultimo si collega al proprio iPhone! La forza di questi due sensori consiste nella vasta gamma di applicazioni che si possono acquistare direttamente dallo store Neurosky. Potrete osservare “in diretta” cosa sta succedendo nel vostro cervello. E’ un po’ come riuscire a guardare le proprie emozioni allo specchio! L’attività cerebrale è divisa in frequenze, così questo strumento non è solo ludico, ma può diventare anche utile per le ricerche didattiche. Molte Università già lo usano. Vi metto anche un video divertente della mia presentazione a Mattino 5 un anno fa. La Panicucci è riuscita a mandarlo in crash… Ma vi giuro che funziona perfettamente! 🙂
Un’altra azienda di “cuffie mentali” è la Emotiv. La sua EPOC neuroheadset è la più avanzata nel mercato consumer, ma è anche la più cara. Si collega wireless al PC e riconosce i pensieri, le emozioni e le espressioni facciali! Grazie alla sua versatilità, gli sviluppatori stanno sperimentando moltissime applicazioni, soprattutto nella ricerca scientifica. La Emotiv Epoc ancora non si può comprare in Europa, ma sono sicuro che molti di voi troveranno il modo di procurarsela…
La cuffia EPOC sta attirando l’attenzione di molti ricercatori in tutto il mondo. Alla Freie Universität Berlin gli studiosi tedeschi della AutoNOMOS labs la stanno usando per il loro progetto Brain Driver… sì, un’automobile guidata con il pensiero! La sperimentazione è ancora all’inizio, ma con un po’ di pratica si riescono a eseguire delle manovre con una discreta precisione. Diciamo che ancora non mi fiderei ad andare in autostrada! 🙂
Dopo aver visto questi video possiamo dire che siamo davvero entrati nell’era dei “mind-controlled devices”. Pensate cosa succederà quando le tecnologie che discutiamo in postumano si mischieranno tra di loro… Il pensiero e le emozioni sostituiranno il linguaggio verbale? Cosa riusciremo a comandare? Quali saranno i vantaggi? L’interfaccia cervello-computer non invasiva è un enorme passo avanti. A mio avviso è educativa. Aiuta a controllare l’emotività, favorisce il benessere del rilassamento (già noto nelle pratiche meditative) e aumenta la concentrazione. Non è un caso se in questi mesi ho notato dei notevoli miglioramenti nella mia abilità di dirigere i comandi nei giochi che vi ho illustrato. Sono pronto a sfidare un monaco zen!
Abbiamo seguito e commentato le vicende di Watson, il super computer IBM che ormai conosciamo bene… Ora che ha dimostrato le sue potenzialità, grazie alla straordinaria capacità di calcolo (80 miliardi di operazioni al secondo!) ed interpretazione del linguaggio umano, è stato annunciato il suo futuro nel campo medico. Watson analizzerà i data base mondiali di medicina e sulla base dei sintomi del paziente potrà fornire il proprio parere circa le possibili patologie, aiutando così il personale umano. Riuscire ad accostare i vari indizi e trovare così la cura giusta è un’operazione che riesce egregiamente a Watson, che opererà inizialmente presso la Scuola di medicina del Maryland e la Columbia University.
L’IBM non scherza, ho come l’impressione che siamo all’inizio di una nuova era per la medicina…
La “Singolarità” è quel punto omega, previsto entro il 2030 da scienziati come Vernor Vinge e Raymond Kurzweil, che prevede la realizzazione di una Intelligenza Artificiale “forte” (o I.A. avanzata) ovvero di un computer pensante. Invero essa potrebbe realizzarsi anche attraverso un interfacciamento neurale di un cervello umano a una macchina I.A. in modo da realizzare un essere dalla potenza cognitiva superiore. Altresì la singolarità potrebbe emergere come autocoscienza dalla stessa rete Internet a causa dei miliardi di interazioni tra computer che simulerebbero in tutto è per tutto una rete neuronale. Quest’ultima ipotesi io la scarterei poiché essa non tiene conto della “organizzazione funzionale” della rete neurale (ammesso che di rete neurale possa parlarsi). Se pensiamo ad esempio alla rete neurale del cervello dell’orca ci accorgiamo che essa è più estesa della nostra (il cervello è più grande) ma questi animali, pur mostrando comportamenti intelligenti, non hanno sviluppato la fisica…
Ora: quando la mente artificiale verrà creata essa sarà l’ultima invenzione che l’essere umano avrà potuto fare. Da quel momento in poi essa, dato che sarà superintelligente, progetterà nuove I.A. ancora più evolute e le stesse realizzeranno una sorta di “boom” in ogni campo della scienza rivoluzionando la matematica, la fisica, la biologia e la tecnologia in generale: gli esseri umani ne saranno surclassati e non potranno più arrivare a comprendere i progetti delle intelligenze avanzate. Nessuno potrà prevedere cosa accadrà dopo questo evento poiché esso sfuggirà alla nostra comprensione.
Uno dei pilastri su cui si fonda l’assunto della singolarità è la “Legge di Moore”: una osservazione empirica compiuta nel 1965 da
Gordon Moore, cofondatore di Intel (la casa che costruisce i processori per i nostri computer). Questa legge afferma che il numero di componenti elettronici (transistor) che formano un microprocessore sarebbe raddoppiato ogni anno che passa. Questa legge è un esempio lampante di futurologia scientifica (ovvero di una previsione del futuro fatta da uno scienziato) tant’è che è valida ancora oggi: ogni 18 mesi circa la potenza di elaborazione di questi piccoli “cervelli digitali” raddoppia! Il fenomeno è evidente nella evoluzione del Personal Computer (Pc), il cui processore è evoluto dai 29.000 transistor del primo Pc Ibm nel 1980 (Intel 8086) agli 810.000.000 del più recente processore (Intel i7) con un aumento della complessità circuitale pari a 28.000 volte (!). Kurzweil dunque afferma che nel 2021 avremo computer capaci di elaborare la stessa quantità di informazioni di un cervello umano ed è molto probabile che abbia ragione. Sono inoltre allo studio complete mappature neurali del cervello per poterne realizzare una emulazione. Tuttavia questa teoria non tiene conto di un fatto; un computer è costituito da due componenti:
HARDWARE + SOFTWARE
E senza il secondo il primo non funziona. Qualsiasi microprocessore o rete neurale artificiale, per quanto evoluti, senza software sono solo ammassi inutili di circuiti! Ora: mentre la tendenza evolutiva dell’hardware è un fatto accertato è altrettanto accertato che l’evoluzione dei software avviene in modo decisamente più lento, anzi, a voler essere sinceri: parossisticamente più lento. Ciò è dovuto al fatto che a sviluppare il software sono sempre esseri umani ovvero esseri che soffrono di limitazioni cognitive.
Ben sapendo questo un gigante come Microsoft, per la realizzazione del suo sistema operativo Windows e dei software applicativi ha diviso il sistema di sviluppo in “moduli”. Ogni modulo è affidato ad un team di sviluppo umano (15-30 programmatori) che si occupa di generare il codice per quella parte. Poi tutti i moduli vengono assemblati a formare il Kernel e vengono avviati lunghissimi periodi di debugging e di beta testing cheprevedono anche il rilascio in commercio di pre-release del prodotto. Infatti uno dei problemi legati allo sviluppo di software da parte di esseri umani è la continua errorazione che viene prodotta nei vari moduli o nell’assemblaggio degli stessi: due moduli possono funzionar bene da soli ma una volta accoppiati generano errori. Non solo, spesso accade che un sistema software (ad esempio un sistema operativo) funzioni benissimo su un determinato hardware ma quando viene posto a contatto con driver (software pilota) diversificati genera errori imprevisti; per questo Microsoft prevede la Driver Certification WHQL. Quello che vedete in alto in figura è uno schema di sviluppo software del ministero della difesa americano in modo che lo stesso risulti il più possibile privo di bug. Come vedete le fasi prevedono iter lunghi e complessi… Concludo dicendo che se vediamo oggi il computer più potente: l’IBM RoadRunner esso monta 20.000 processori, ha 100 Terabyte di Ram e genera una potenza di calcolo di 1.105 Teraflops (!) eppure, nonostante tutto, gira su un sistema operativo Linux, ovvero lo stesso che usiamo sui nostri notebook…