Buongiorno dal Biratnagar Eye Hospital. Siamo sempre in Nepal, sul confine meridionale con l’India. Questo è uno degli ospedali oftalmici più famosi dell’intera Asia. Vi dico subito che la situazione è a dir poco drammatica. Ogni giorno migliaia di persone giungono fin qui da tutto il Nepal e dall’intera India, in cerca di aiuto. Sanno che possono essere operati gratuitamente e sono disposti ad affrontare giorni interi di viaggio, usando gli unici risparmi della loro vita per spostarsi in bus o in treno. Abbiamo cominciato a filmare le storie di alcune famiglie disperate. Più di una volta ho trattenuto le lacrime. Per esempio il bambino qui in alto è cieco dall’età di un anno, ma nessuno l’aveva mai visitato prima. Ha già perso un fratello per malnutrizione e finalmente oggi, all’età di 9 anni è riuscito a raggiungere l’ospedale dove domani verrà operato. Ha la cataratta bilaterale… Pensate, dopo un intervento di appena 10 minuti (è la tecnica più produttiva al mondo!) questo bambino da domani potrà vedere!!!
Questa bambina invece si chiama Shilu. La sua famiglia è composta da 30 persone! E’ stata operata due giorni fa e oggi è stata sbendata. Dovrà portare gli occhiali, ma per la prima volta insieme a noi ha visto sua mamma!!! Ecco il momento:
Qui in alto sto intervistando Silvana Mehra, direttore responsabile CBM Sud Asia. Mi racconta la storia di Nitish, non si conosce la sua età e anche lui non vede dalla nascita. Verrà operato domani e seguiremo l’evolversi della sua guarigione (speriamo). Se tutto andrà bene vedrà la sua famiglia per la prima volta…
La storia della famiglia che vedete in basso è allucinante. Il bimbo sulla destra fa da guida per suo papà, il suo fratellino e sua zia, tutti ciechi. Non possono muovere un passo senza di lui… Che responsabilità a 10 anni!
Altre persone aspettano di essere visitate… A destra anche uno yoghi, tra una preghiera e l’altra.
impressionante…kissa k forte emozione potergli stare accanto!
Buongiorno Daniele,
Che situazione terribile, e quanta tenacia dimostrano le persone che stai incontrando: non si fermano di fronte a quelli che,in quel contesto, appaiono come problemi pressoché insormontabili, ma li affrontano con grande coraggio. Capisco anche cosa deve essere l’impatto per noi abitanti dei paesi ricchi (di denaro ma magari non di valori) di fronte a tutto questo: le lacrime sono difficili da trattenere anche se nn si è fisicamente li a vivere i drammi come li stai vivendo tu ora.
Grazie per le info e gli aggiornamenti che c mandi, ci aiutano a capire e a sensibilizzarci. Se poi potremmo fare di più, oltre l’umana compassione, ben venga
A risentirci
THOMAS
L’India è povera, ma fatta di persone dignitose, che soffrono in silenzio, e la fortuna
che tu Daniele hai avuto, x aver avuto l’opportunità d’incontrare uno yoghi, è davvero
immensa. Che bella iniziativa, aprire un blog e farci vedere realmente, cm fossimo lì,
queste povere persone, che vanno aiutate, assolutamente.
Se vorrete in futuro fare solidarietà, io sn pronta a partecipare, magari cm si fa ormai
da tempo, cn 1 sms, a noi nn costa nulla.
Si scrivono montagne di sms, stupidi, figurati se nn se ne possono mandare a loro.
Ciao complimenti x tutto, buona giornata!
Ciao Daniele, quello che vedo è davvero toccante. Io ho diversi amici sacerdoti indiani che mi raccontano di quello che succede lì. Da scrittore quello che posso fare è donare una parte di diritti d’autore a questi progetti. Devo però essere sicuro che i soldi vadano in mano alle persone giuste. Hai delle indicazioni? Grazie è molto ammirevole quello che fai
ciao Daniele,
Mi sono commossa tantissimo nel leggere il tuo post…pensare a queste realtà così drammatiche e allo spreco che a volte si fa della propria vita mi fa star male. Spero che la tua bontà e la vostra spedizione arrechi a queste persone un pò di gioia. A presto,
Sabina
Ciao Daniele,
da queste righe ci fai viaggiare e vivere una realtà che per fortuna e purtroppo non è la nostra. Per fortuna non abbiamo e non viviamo certi disagi. Purtoppo, forse se li vivessimo potevamo essere più umili o essere dinuovo in grado di capire quali sono i veri valori della vita, valori questi che l’occidente sembra dimenticare.
Nn poter vedere per nove anni e poi risolvere il problema dopo una piccola operazione rende proprio l’idea del profondissimo disagio in cui si trova la popolazione…incredibile.
Io faccio nervi, scusate, a pensare quante persone hanno centinaia di occhiali da sole di tutti i modelli e firme….ah! signore mio…anche io ne ho due o tre.
E’ inevitabile sentirsi un pò in colpa per il benessere di cui godiamo…
Questi tuoi approfondimenti sono anche lezioni di vita…grazie Daniele.
Grazie per condividere il tuo viaggio “illuminante” e per portare fino a qui queste storie. Tutto ciò ti fa onore.
Ci preoccupiamo di cose futili e non sappiamo gioire di quel che abbiamo e che diamo per scontato e dovuto, plasmati dall’idea che l’obiettivo é avere invece che essere e divenire, ciechi a nostro modo.
Buona continuazione! Paolo
Infatti! Su questo blog non facciamo altro che parlare di creare il superuomo, l’uomo “Dio”, quando ancora ci sono zone del nostro pianeta dove le persone sono costrette a vivere in queste condizioni! Forse dovremmo fermarci tutti a riflettere, non vi pare? Grazie ancora a Daniele per renderci partecipi di tutto questo.
concordo nel mondo ci sono poche persone che hanno troppo, e molte persone che hanno poco, e questo mi rende molto triste e per questo quando posso cerco di fare beneficenza ,e di aiutare il prossimo.
Ma sembra, che farci i fatti nostri sia nella nostra natura, oggi ad esempio ero a leggere un libro sul balcone di casa mia quando ho visto un uomo con la macchina in panne, si fosse fermato uno ad aiutarlo ad accostare la propria autovettura a bordo della strada, allora sono sceso e ho aiutato quella persona, e anche se e un semplice gesto(non paragonabile ad un’operazione agli occhi – ma come nel picccolo è nel grande) mi sono sentito felice, e ti fa capire quanto a noi uomini ci manca il senso della cooperazone e della solidarietà.la tecnologia se applicata bene e ben distribuita può aiutare molte persone ad avere più risorse, faccio un esempio un dissalinatore a poco prezzo e molto efficente, un panello solare di nuova generazione,istruzione via internet ecc. la soluzione è sempre nella via di mezzo, ci vuole un’evoluzione sia spirituale che tecnologica .
buon viaggio Daniele 🙂
Pienamente d’accordo, bravo! 🙂
Questi sono proprio racconti toccanti, deve essere davvere un emozione stare accanto a queste persone che per la prima volta vedeno la propria famiglia. Ciao
Ciao Daniele, con il fuso orario non so che ora sarà adesso da te… volevo ringrarti per il fatto che, nonostante usare la tecnologia in quelle situazioni sia un’impresa, non smetti mai di renderci partecipi del tuo viaggio e della tua storia…e così anche per noi è un po’ come essere lì … ciò che stai facendo col tuo team è bellissimo e credo anch’io, come hanno scritto lance e Alessandro che la tecnologia debba essere sopratutto un mezzo per migliorare le condizioni di vita. In alcuno casi e luoghi mancano addirittura le condizioni essenziali e i diritti essenziali, come il diritto alla vita e alla cura …la ricerca tecnologica deve essere indirizzata su questa strada e questo deve essere lo scopo finale, a mio avviso.
Credo che il viaggio che stai facendo possa essere legato ai temi di Postumano molto più di quanto sembri … spero davvero che al tuo ritorno potremmo costruire insieme in quest tuo blog, spazi per discutere di questo.
Un abbraccio enorme Daniele….e quando ti senti travolto dalle emozioni, scrivici…noi siamo qui …
Sabrina.
bella riflessione Alessandro.
Le parole incominciano a essere difficili da trovare. Immagino che ci si possa sentire piccoli intuendo che quello che portiamo a casa è più grande di quello che diamo. Questo, come ha accennato Alessandro, ci lascia intuire il grande valore, tangibile, dei meccanismi dell’amore.
Vi sono vicino, vi penso e comprendo la pressione delle emozioni che vi stanno travolgendo.
Lasciatele correre, senza lasciarvi “catturare”.
Un abbraccio.
P.S. Lasciatele correre dentro di voi, senza però lasciarvi “catturare”.
Sappiate che io, che sono a casa mia, mi sento molto più piccolo di voi, perchè posso solo dire parole, senza fare niente di concreto.
Grazie
grazie a te e a questo tuo lavoro si diffonde la conoscenza ai più di questo dramma che accompagna una parte della popolazione mondiale, il divario tra le civiltà è così forte. Tutti non solo gli stati potenti ma tutti anche quelli più poveri devono cercare insieme di risolvere queste drammatiche situazioni, ma l’umanità spesso non va a braccetto con la politica…
Tralascio volutamente riflessioni politiche ed economiche. Le guerre e la distribuzione della ricchezza. I soldi spesi per militarizzare e quelli per la macchina nuova, come se quella vecchia non camminasse più. Il digital divide e la corsa sfrenata al consumismo.
La vera cecità è la nostra. Non riusciamo a vedere quanto abbiamo da imparare da un bambino che apre gli occhi per la prima volta e può guardare il volto di sua madre. Per quanto sofisticate, avanzate o evolute, le macchine non potranno mai e poi mai simularlo. I ciechi siamo noi, più abietti di quanto pensiamo, e assuefatti alla fortuna che, dopotutto e questa ne è la dimostrazione, non dipende da noi.
E’ triste vedere e leggere queste cose. Mi sento di dire : noi dei “paesi progrediti” più siamo ricchi materialmente, più siamo poveri umanamente, e perdiamo di vista quelle che sono le cose veramente importanti.
[…] Biratnagar. Primo giorni di forti emozioni. […]
[…] immaginazione. Le foto vi aiuteranno. Vi racconto la storia di un bambino che ho già presentato in un altro articolo. Si chiama Nitish, non si sa quanti anni abbia ed è cieco dalla nascita a causa di una cataratta […]