il chip nel cervello funziona ancora, dopo 1000 giorni dal suo impianto

Pubblicato: 27/03/2011 in cyborg, singolarità

Una donna paralizzata riesce ancora a controllare il cursore sul monitor di un computer con i suoi pensieri, 1000 giorni dopo aver impiantato un minuscolo dispositivo elettronico nel suo cervello. La realizzazione dimostra per la prima volta l’affidabilità degli impianti cervello-macchina.

La donna, a cui i ricercatori si riferiscono con lo pseudonimo S3, ha avuto un ictus a metà degli anni ’90 che le ha causato una paralisi di tutti e quattro gli arti e delle corde vocali.

Nel 2005, i ricercatori della Brown University in Providence, Rhode Island, il Providence VA Medical Center e il Massachusetts General Hospital di Boston hanno impiantato un minuscolo apparato di elettrodi di silicio nel cervello di S3, per aiutarla a comunicare meglio con il mondo esterno.

Il chip fa parte del sistema BrainGate, che include una combinazione di hardware e software per riconoscere e guidare i segnali elettrici direttamente provenienti dai neuroni del cervello adibiti al movimento.

Gli elettrodi decodificano questi segnali  permettendo così alle persone paralizzate di controllare strumenti esterni come computer, sedie a rotelle e arti bionici.

In uno studio appena pubblicato, i ricercatori dicono che nel 2008 (1000 giorni dopo l’impianto) S3 ha dimostrato l’affidabilità e la resistenza dell’innesto eseguendo due differenti esercizi “punta e clicca”, semplicemente pensando di muovere il cursore con la sua mano.

Il primo compito consisteva nel riuscire a muovere il cursore verso degli obiettivi su una circonferenza, selezionandone uno alla volta. Il secondo esercizio richiedeva la capacità di seguire e cliccare dei bersagli che si muovevano sullo schermo.

L’obiettivo dei ricercatori era di dimostrare la durabilità effettiva di questi impianti, consapevoli del fatto che i risultati sono più che incoraggianti. Non si vede traccia di incompatibilità tra i chip e i neuroni. Anzi, visto che nel frattempo la tecnologia si è evoluta, i prossimi sistemi impiantati nel cervello saranno ancora più sensibili e performanti.

Ancora una volta torniamo alle sperimentazioni di Kevin Warwick, il motivo che mi ha spinto ad aprire questo blog…

commenti
  1. Franco ha detto:

    Che dire? Impressionante.

  2. Cesare ha detto:

    “Non si vede traccia di incompatibilità tra chip e neuroni”… Ciò fa pensare che siamo più simili alle macchine… O che i cyborg del futuro potranno essere uguali a noi?!…spaventa…o rassicura?!

    • Franco ha detto:

      Beh si, il corpo è una macchina biologica
      Chissà se la fusione tra uomo e robot sarà senza limiti, o se ad un certo punto incontreremo qualcosa di inaspettato?

      • Cesare ha detto:

        Ciao Franco 🙂
        Bhe…come ho sempre sostenuto in altri articoli di Daniele, credo che la tecnologia, per quanto sia all’avanguardia, abbia sempre dei limiti nei confronti della natura… La quale rivela sempre novità inaspettate… O non ancora conosciute 😉
        Saluti

        • Luciano ha detto:

          Riflessione.
          La natura ricerca, necessariamente, l’equilibrio.
          Anche le macchine sono “natura”, in quanto costruite dall’uomo, che è “natura”. Nulla è bene o male, ma se non si prende in considerazione l’aspetto globale delle cose, è possibile alterare la “natura” in direzioni che, usando un eufenismo, risultano poco funzionali.
          Per rimanere all’interno della dimensione “natura” dobbiamo cercare l’equilibrio anche in ciò che costruiamo?

  3. Ste' ha detto:

    Leggere notizie dove la tecnologia aiuta e migliora la vita mi alleggerisce il cuore

  4. Luciano ha detto:

    E’ molto interessante. Questo tipo di applicazioni, sia pure con tutti i dubbi sull’utilizzo futuro, sono tra quelle che mi interessano, in quanto possono ridare un pò di agio a chi ne ha necessità. Credo che, al momento, le implicazioni etiche siano minime. Li vedo come una qualsiasi protesi. Molto affascinante.
    ciao a tutti

  5. Alessandro ha detto:

    se verso la fine degli anni 90 raccontavate che sarebbe successo tutto questo(collegamento neuroni chip) ti avrebbero preso per matto.

  6. lancelotdiarcadia ha detto:

    Concordo con Luciano: finché le applicazioni saranno queste, ben venga, anzi!
    I dubbi potrebbero nascere quando si useranno chip per diventare geni, per diventare tutti novelli Mozart o Picasso, o per controllare il cervello di altre persone – vedasi i soldati in guerra – … credo che in tutte le cose ci voglia un po’ di equilibrio, non vi pare?

    • Luciano ha detto:

      Ciao Lance,
      è sempre un piacere sentirti.
      Daniele è, veramente, prolifico di informazioni.
      Ciao, grazie

      • lancelotdiarcadia ha detto:

        Ciao Luciano: potresti mandarmi il tuo indirizzo mail al mio contatto? Chiedilo a Daniele dicendo che hai la mia autorizzazione… se non ti rispondesse, iscriviti a Facebook (è semplicissimo) e contattami tramite la pagina che puoi raggiungere cliccando sul mio nick. Avrei bisogno di scriverti in privato.

  7. Alessandro ha detto:

    se fossimo tutti geni tipo Albert Einstein, il mondo sarebbe peggiore di quello che è adesso ?

    • lancelotdiarcadia ha detto:

      Sì, perché saremmo tutti uguali! Non esisterebbe più il piacere della scoperta e dell’imparare, e non esisterebbe più quella preziosissima cosa chiamata “individualità della persona”! Io sono “io”, perché individuo, e diverso dagli altri! Se fossimo tutti uguali e con le stesse capacità cognitive, intellettuali, artistiche, non ti sembra che diventeremmo una sorta di “razza pura” esattamente come voleva Hitler? Personalmente a me mette i brividi! Ognuno è prezioso ed importante per ciò che è, punto! Queste tecnologie possono essere utilissime e di grande giovamento per l’umanità intera, ma accompagnate ad un utilizzo giusto ed etico. A tal proposito, proprio in tema con gli argomenti di cui trattiamo nel blog (utilizzo più o meno buono della scienza, tecnologia ed etica, morale, ecc.), consiglio a tutti la visione del film d’animazione “Steamboy”, del grande Katsuhiro Otomo, di cui posto il bel tema della colonna sonora. Anzi, propongo a Daniele di aprire un post proprio su questo film, da molti sottovalutato e poco compreso!
      Un saluto a tutti, in amicizia,
      Lance.

      • Alessandro ha detto:

        Ciao lance, io sinceramente ho un’opinione diversa dalla tua; anche se fossimo praticamente uguali dal punto di vista delle capacità mentali, non è detto che saremmo tutti dei ”borg” potremmo mantenere la nostra personalità,inoltre il piacere della scoperta rimarrà comunque, le cose da scoprire sono ancora tante ci vorrano milioni di anni prima di tutto sull’universo.Avremo solo una capacità piu rapida di elaborazione e immagazzinamento dati ma cambia solo la velocità,non tutto il resto; questa tecnologia eliminerebbe le disuguaglianze realizzeremmo la gerusalemme ”celeste” in terra, resta il pericolo della razza pura in stile HITLER,e potremmo fare la fine dei nostri antenati che hanno eliminato la precedente versione dell’uomo, ma questa si chiama evoluzione, solo che piu’ accellerata, e l’evoluzione non e ne giusta ne sbagliata, e la situazzione che meglio si adatta al momento.Spero che questo non avvenghi mai,(letinzione del sapiens da parte dei saiborg) però se qualche piccolo aiutino potrà essere realizzabile che ben venga sempre con moderazzione. respetto comunque le tue idee e ti auguro una buona serata

        • lancelotdiarcadia ha detto:

          Eliminare le diseguaglianze, ed essere tutti “uguali”, sono due cose assolutamente differenti! Quello che intendo io per “uguali”, è questo: immagina ad esempio un mondo dove si possa scegliere di far nascere tutti i bambini con gli occhi azzurri e i capelli biondi, di far nascere bambini tutti in grado di suonare il piano e comporre allo stesso modo, tipo Mozart, già dall’età di sei anni, o di dipingere tutti nello stesso stile di Picasso o Van Gogh, oppure di essere in grado di risolvere complicate equazioni algebriche con lo stesso, identico, processo mentale, in meno di trenta secondi… insomma, tanti “soldati” tutti uguali… sarebbe davvero un bel mondo? Perché guarda che tanti illustri scienziati e pensatori (e sono davvero tanti) è questo il genere di futuro che auspicano realizzarsi per il genere umano! Eliminare le diseguaglianze, vuol dire invece eliminare la povertà, la fame, le ingiustizie, le sopraffazioni, gli episodi di intolleranza, l’invidia, l’avarizia, la cattiveria, la logica di potere e denaro. QUESTO è il futuro che vorrei si avverasse per l’umanità, e il suo avvento sarà dato non dall’utilizzo di impianti celebrali e manipolazioni genetiche, ma da un cambio di coscienza che dovrà arrivare dal profondo del cuore degli uomini! Tu citi la Rivelazione di S. Giovanni parlando della Gerusalemme Celeste, e dell’avvento definitivo del Regno di Dio sulla Terra… ricorda che c’è anche un passo dei Vangeli che, a proposito proprio del Regno di Dio, cita: “Il Regno di Dio è nel cuore degli uomini, di ogni uomo” non in un microchip o in un gene manipolato.

          • Alessandro ha detto:

            anche io preferirei un cambio di coscienza degli uomini a livello spirituale e non meccanico, ma questo avverrà in tempo e quando secondo te? 🙂

          • Franco ha detto:

            Essere tutti intelligenti non significa essere tutti “soldati”
            E la genialità è un ottimo presupposto peri campi sociali etc che auspichi, lancelotcardia

            • lancelotdiarcadia ha detto:

              L’intelligenza è bello “acquisirla” da soli, non grazie ad “aiutini” non ti pare? Io almeno la penso così. Per me sarebbe come un atleta che decide di doparsi per ottenere risultati migliori.

              • Franco ha detto:

                Questo è proprio moralismo ed è anche illogico, il doping sportivo non è unparagone adeguato
                Meglio nascere con le qualità o acquisirle a fatica a poco a poco? Meglio nascerci! Anche perchè non sempre è possibile raggiungere alti livelli con il proprio sforzo.

                • lancelotdiarcadia ha detto:

                  Nascere con delle qualità è un conto, nascere “tutti uguali” è un altro. Mi sa che fai un po’ di confusione con i due concetti.
                  P.S. – mi spiace deluderti, ma io non sono affatto moralista. Se uno vuole “doparsi”, cacchi suoi! Ma non per questo significa che in futuro TUTTI debbano essere costretti a doparsi, grazie magari a qualche leggina fatta apposta in nome di una fantomatica “evoluzione obbligatoria”… la possibilità di scegliere per il doping oppure no, non è moralismo, ma libertà!

                  • Sigismondo ha detto:

                    E’ questo il punto. La confusione. Che tanti danni può causare, se distillata sotto forma di ordine. Io, personalmente, combatto questo. Per me ci deve essere libertà di pensiero e di scelta -se uno si dopa, peggio per lui ma non di certo per me- e questo prevede assoluta libertà ANCHE di essere liberi di dire “no”. Senza per questo essere puniti, additati o emarginati in qualche modo.

  8. Andrea Cafarchio ha detto:

    Che grandissimo lavoro svolto da questi bravissimi scienziati. Io mi sto laureando in Ingegneria Biomedica, e spero un giorno di riuscire a fare qualcosa di quanto meno simile a questo…

    • Luciano ha detto:

      Bhe, credo di parlare a nome di tutti se ti faccio i migliori auguri, penso che gli italiani hanno un “gene speciale” per la creatività.
      Quello che si sogna si può realizzare, davvero tanti auguri.

  9. tatiana ha detto:

    be’… cominciamo ad usarla bene sta tecnologia, speriamo che si continui così! Mi auguro però che questi interventi “cervello-macchina” per persone paralizzate, siano PRO BONO!!!

  10. http://google.com ha detto:

    I actually question the reason you branded
    this specific article, “il chip nel cervello funziona ancora, dopo 1000 giorni dal suo impianto postumano”.
    Regardless I really appreciated it!Thanks a lot-Samira

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