Ecco quali sono i robot e i droni impiegati a Fukushima

Pubblicato: 18/03/2011 in robot

Seguendo gli sviluppi in Giappone, mi sono chiesto perchè non utilizzassero dei robot per fare dei rilevamenti accurati sul livello di radioattività. Oggi ho avuto una risposta da New Scientist.

Al team che sta lavorando al contenimento della fusione del nocciolo all’impianto nucleare di Fukushima si è aggiunto anche un robot. La macchina si chiama Monirobo (Monitoring Robot) ed è entrata in azione proprio oggi.

Monirobo è stato progettato per operare a livelli di radiazione troppo alti per gli esseri umani. E’ alto un metro e mezzo, si muove su dei cingoli e ha un braccio meccanico per rimuovere gli ostacoli e raccogliere campioni. I suoi sensori includono un rilevatore di radiazione, una videocamera 3D, un termometro e un misuratore di umidità. Può essere comandato in remoto da una distanza di un chilometro.

Monirobo  deve montare uno scudo molto pesante perchè molti componenti elettronici, soprattutto le videocamere, sono altamente vulnerabili agli effetti delle radiazioni.

Il robot è stato sviluppato dal Japan’s Nuclear Safety Technology Centre. La macchina in uso in questo momento è Monirobo Rosso; Monirobo Giallo che monta degli attrezzi per collezionare campioni di polvere e sensori per i gas infiammabili, entrerà in funzione nei prossimi giorni.

In realtà molti altri robot sono stati progettati per intervenire in questo tipo di incidente, ma non sono stati realizzati perchè l’industria nucleare aveva dichiarato che i loro impianti erano sicuri.

Nel frattempo l’area sopra Fukushima è diventata “no-fly zone” per i velivoli con uomini a bordo, ma il drone Global Hawk dell’aviazione militare statunitense sta continuando a fornire immagini dall’alto. Il Global Hawk è equipaggiato con videocamere, immagini termiche e un sistema chiamato Synthetic Aperture Radar, in grado di raccogliere immagini dettagliate dell’area in qualsiasi condizione meteorologica, giorno e notte.

In questo modo si cerca di capire cosa sta accadendo dentro quel maledetto reattore nucleare…

 

commenti
  1. Anna ha detto:

    Sembra tutto cosi surreale. Scenari degli del miglior film apocalittico di tutti i tempi. Sembra solo un brutto incubo, ma è la cruda realtà. Che Dio ce la mandi buona.

  2. lancelotdiarcadia ha detto:

    Già Anna, speriamo bene!
    E oltre al robot, pensiamo ai tecnici che sono là per cercare di fermare il disastro, e che avranno conseguenze dovute alle radiazioni per il resto della vita! (Sempre se non moriranno prima.)
    Ecco… questo è uno di quei casi in cui i robot messi al posto degli esseri umani sarebbero stati molto utili!

  3. Ste' ha detto:

    Massima solidarietà e ammirazione per i 50 i cui nomi vanno aggiunti alla lista degli eroi nel mondo. Speravo si potesse evitare il loro sacrificio con l’uso massiccio di robot, non sapevo che nonostante i tanti progetti, non siano stati realizzati. Questo è grave.
    Troppo spesso ci si dimentica che, per la questione sicurezza, Ulisse non prenderà mai la tartaruga

  4. alessandro ha detto:

    i tecnici che sono rimasti li sono da ammirare,giusto o sbagliato il nucleare che sia,resta invidiabile il senso di cooperazione che hanno i giapponesi in pochi pronti a imolarsi per il bene comune.
    questo e il senso che deve avere la gente nella societa’ futura.
    Se esisterebbero gia’ i robot ci sarebbero state meno vittime,comunque penso che il loro paese si rialzera subito dalla crisi, e che dio ce la mandi buona 🙂

  5. paolo95 ha detto:

    Ciao….forse x il momento e meglio spostarci sul problema in libia visto k ce anke l italia…anke se sarebbe fuori argomento…ma kissa forse qualke robot verra utilizzato x l operazione odissea all alba…

  6. Luca ha detto:

    Sempre riguardo all’argomento nucleare sarebbe interessante approfondirne un aspetto un po trascurato.
    La IAEA (International Atomic Energy Agency) stima che le risorse di uranio mondiali finiranno tra il 2050-2060… praticamente dopo domani!! Quello che, a mio parere, potrebbe essere interessante è un articolo riguardo alle TECNOLOGIE e ai prototipi di centrali nuclari che nn impiegano l’uranio come combustibile.
    Già a Fukushima il generatore numero 4 funziona con un composto detto mox prodotto dalla raffinazione delle scorie provenienti dai reattori classici. Alcuni parlano di sfruttare l’elemento Torio. Alle volte si sente anche parlare di fusione fredda sebbene proibitiva come costi di produzione.
    Purtroppo, data l’enorme richiesta energetica necessaria per poter mantenere lo stile di vita “occidentale” è difficile pensare a un futuro senza nucleare… o al nucleare di futura generazione. (ahimé!!!)
    Spero di aver suscitato la curiosità di alcuni di voi riguardo questo “postumano”…

    P.S. Spero di non aver sbagliato troppo nel postare qui la mia considerazione.

    • Franco ha detto:

      Tra una ventina di anni il fotovoltaico sarà 100 volte più efficiente e basterà quello per sostenere lo stile di vita iperattivo della nostra società. Inutile cominciar adesso a costruire centrali che saranno pronte tra 20 anni.
      E anche la fusione fredda pare che ormai sia stata messa a punto, l’azienda per cui lavorano Focardi e Rossi sembra che metterà in commercio i primi apparecchi per fusione fredda tra pochi mesi.

      • lancelotdiarcadia ha detto:

        Per una volta sono d’accordo con Franco! 🙂

      • Luca ha detto:

        Focardi e Rossi sono riusciti a produrre energia tramite fusione fredda ma non ne sanno spiegare il meccanismo. Prima di creare centrali di questo tipo passeranno un po più che dei mesi.
        In tutti i casi non lo sapevo e sono stato molto felice d scoprirlo. Sono convinto che ci siano diverse altre tecnologie di cui siamo all’oscuro (proprio come non conoscevamo i robot usati a Fukushima) e quindi sarebbe bello approfondire, senza opinioni politiche ma semplicemente come informazione scientifica.

      • alessandro ha detto:

        franco sono daccordo con te,pero nel frattempo dal 2010 al 2030 come faremo ? 2 anni sono tanti …

        • Franco ha detto:

          Carbone, petrolio, solare, eolico. E poi compriamo un pò di elettricità dai paesi che hanno il nucleare (peggio per loro).
          Poi si potrebbe fare un qudrato di fotocellule di 100 km di diametro nel sahara e distribuire l’energia in tutto il mondo, come ha proposto Rubbia.

          • alessandro ha detto:

            ok 🙂

          • Luca ha detto:

            Rubbia ha affermato che per soddisfare completamente il fabbisogno eneretico Italiano servirebbero 50 km quadrati di pannelli fotovoltaici. Ovviamente è un conto puramente teorico ma nonostante cio se provate a farvi un’idea nel pratico delle distanze che occorrono, paragonandole con quelle che percorrete ogni giorno, vi rendete conto che è una soluzione improponibile. Senza contare il terreno sottostante che diverrebbe inutilizzabile.
            100 km quadrati nel Sahara sono una goccia nel mare. Credo, però, che un progetto simile sia gia in fase di progettazione. Ne sapete qualcosa di più? Dovrebbero sovvenzionarlo alcune banche di diversi stati

  7. Ste' ha detto:

    E’ interessante la questione del MOX, mi voglio documentare al riguardo.
    Giusto ieri ho letto in un articolo, anche in Libia viene impiegato il drone Global Hawk.
    Pare sia in grado di fare un distinguo tra civili e militari.

  8. paolo95 ha detto:

    ecco una bruttissima notizia…la nube radioattiva di fukushima è prevista in italia ma x fortuna i valori attesi sono compresi tra 100 a 1.000 milionesimi di becuerel x metro cubo di aria quindi secondo giancarlo torri nn ci saranno riski x la popolazione…kmq la dose in arrivo e tra mercoledi e giovedi…speriamo vada ttt bene!!!

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