Quello che vi propongo oggi è un documentario importante che i transumanisti conoscono molto bene. E’ andato in onda su rai tre il 15 novembre 2006, all’interno del programma “C’era una volta…”. Parla del futuro dell’uomo e la nascita del postumano secondo i transumanisti. Dopo la sua messa in onda si sono scatenate molte discussioni su internet, e se lo vedrete capirete il perchè. Ho deciso di pubblicarlo dopo numerose segnalazioni e ritengo opportuno parlarne anche su questo blog.
Devo sottolineare che l’associazione transumanisti italiani si è scissa in due gruppi per motivi politici ed è nato il network transumanista italiano. In pratica l’AIT ha preso una svolta sovrumanista, cosa che a molti transumanisti non è piaciuta…
Una delle numerose segnalazioni era la mia! ^^
Grazie per averlo messo.
A me, personalmente, ha non poco inquietato, ma aspetto altre opinioni per discuterne.
inquieta non poco anche me… ma forse potrebbe realmente dare una svolta all’umanità… già… ma a che prezzo?
Me lo guarderò sicuramente grazie per il link
Le domande cne rimangono aperte, oggetto di disussione, sono tantisimene.
E’ necessario guardere le cose da tutti i punti di vista, valutare tutte le possibilità, anche quelle che non ci sono chiare e che non conosciamo, o che sentiamo “poco nostre”.
La scelata deve rimenere un presupposto indispensabile.
Sostanzialmente, nel servizio, si parte dal presupposto che la morte sia una cosa negativa,
in realtà, semplicemente,
non lo sappiamo.
Temiamo ciò che non conosciamo, e vogliamo evitarlo.
La riflessione che pongo è: conoscere prima di decidere.
Perciò la ricerca dovrebbe essere parallela e non squilibrata, altrimenti decideremo sempre con informazioni incomplete.
Pienamente d’accordo con te! ^^
Ciao, Lancelot
Sono rimasto un pò sul vago perchè ho visto che con “Abe” avete già messo tanta carne al fuoco riguardo ad aspetti che ritornano in questo articolo.
Manca sempre qualcosa, quell’informazione che reglola la materia già a livello atomico, forse, l’anima?
La spiritualità è un insieme fenomeni chimico-elettrici?
A prescindere dalla fattibilità scientifica della cosa, questo documentario evidenzia come per gli “adepti” del postumanesimo (e transumanesimo in egual misura) il fine giustifichi i mezzi. La storia ci insegna che questo è sbagliato. Dobbiamo riflettere su questo e sull’importanza della morte come spunto a diventare ESSERI UMANI migliori. Perché qui si trascende dalla concezione canonica di ‘essere umano’. Ma analizziamolo, “essere umano”: ‘essere’, in quanto ne è evidente l’esistenza; ‘umano’ in quanto… boh? Diremmo ‘umano’ come capace di sentire i propri limiti. Ecco, i limiti: perché ci sono? Ci sono perché oltre questi, NON ci dobbiamo spingere. Non avere più limiti (umani, almeno) significa non essere più “esseri umani”. Secondo me, il nome “transumanesimo” o “postumanesimo” è moralmente accettabile… l’uomo è bravo a spacciare le proprie idee come vincenti e giuste. Ma se grattiamo la superficie, troviamo che si sta parlando di metamorfosi, di transizione dall’umano a qualcosa che non è altro che la ricerca del potere sull’uomo stesso, sulle sue volontà e del predominio assoluto sulla natura. E’ vero: natura è anche morte, sofferenza e dolore. E chi ha detto che questo sia sbagliato? Se poi vogliamo forzare la mano, possiamo dire che questo DEVE essere sbagliato, e l’uomo, con le sue tipiche manie di grandiosità (non di grandezza, sia chiaro), è sempre pronto a correggere gli errori. Spacciando per moralmente GIUSTO (non solo accettabile!) quello che non lo è mai stato. Se siamo ancora in grado di provare amore, è grazie all’autocoscienza, ma una volta privati di questa (che poi è l’obbiettivo principale di questo movimento al limite del distopico, altro che utopico) saremo tutti burattini. Pensate: un uomo lavora 60 anni, perché la sua vita media è tale da consentirglielo. Se la vita media fosse di mille anni, lavoreremmo per 700 anni. Dove sta il vantaggio? Verso cosa aneleremmo? Cosa sarebbe, la vita? Anzi, sarebbe giusto definirla vita o sarebbe meglio chiamarla schiavitù? La vita è bella perché noi abbiamo una coscienza, e la libertà di viverla e interpretarla. Non giudico le scelte degli altri, ma la mia è una SCELTA che POSSO effettuare, in quanto “proprietario” di una coscienza. Senza questa, non sarei neanche in grado di scegliere di operare il bene. O il male. Sarei alla ricerca di aumentare i cavalli del mio motore, per essere più veloce, più efficiente, più scattante. E per cosa? Se qualcosa andasse storto e non potremmo più morire? Non sarebbero pochi anni di sofferenza, ma SECOLI di sofferenza. O pensiamo ad un criminale: se oggi farebbe dieci anni di galera, quanti dovrebbe farne? Cento? Cento anni di galera?! Possiamo chiamarla vita?
L’uomo non ha limiti solo in una cosa: l’avarizia. E l’avarizia è anche questo: essere attaccati al miglioramento non della condizione umana, bensì di quella sfera che ci stanno spacciando per vita, ma che a tutti gli effetti, vita non è.
Caspita Sigismondo, ci sei andato giù duro.
In effetti, ognuno tira l’acqua al suo mulino, portando la discussione sugli aspetti a proprio favore.
Quello che insisto a mettere sul piatto della discussione è che con aspetti tanto delicati, non ci si può permettere di fare il gioco sporco.
Sono tematiche da affrontare con tutto quanto di “nobile” e condiviso abbiamo acquisito sino ad oggi, come umanità.
Il futuro sarà simile ad un film di fantascenza o dell’orrore?
Sigismondo commette un errore tipico delle persone che non hanno familiarità con i metodi di previsione futurista.. Immaginando il futuro pone solo 1 o 2 differenze fondamentali rispetto al mondo di oggi, mantenendo nella sua immaginazione tutto il resto uguale al mondo e alla società di oggi.
MA NON SARÀ COSÌ.
Tutto sarà diverso nel futuro, leggete i libri di Kurzweil.
Non solo la gente vivrà più a lungo, ma il lavoro verrà compiuto al 99% da androidi e computer, quindi quale sarebbe la schiavitù? I crimini e i pericoli saranno ridotti praticamente a zero grazie ai controlli elettronici e alla possibilità di avere tutto a basso costo grazie alle nanotecnologie etc.
Insomma quando si immagina il futuro bisogna aprire bene la mente e ragionare a 360 gradi, tenendo presente tutte le tecnologie, e tutte le implicazioni del loro pieno sviluppo.
Il transumanesimo non è necessariamente disumanizzazione, basta lasciare certe tecnologie fuori dal corpo, o almeno non inserirle in modo permanente. Per esempio una cosa è una bicchierata di nanobot per curarsi e darsi una ringiovanita, buttandoli poi fuori in bagno, un’altra cosa è sostituirsi i neuroni con dei nanorobots.
Franco sono daccordo con te, ma non è solo questo che ci aspetta e che viene proposto come inevitabile, bensi molto di più.
Credo che ti stia sbagliando. Io sono stato uno sviluppatore di applicazioni rivolte al futuro. Non commetto, perciò, errori di valutazione quando guardo al futuro.
Voglio far presente che esiste il futuro ed il futuribile, e fino a qui, noi possiamo prevedere il futuro. Non possiamo sapere cosa e come sarà, ma io non sono un detrattore dell’avanzamento tecnologico. Anzi. Se questo apporta dei benefici, ben venga. Non sono neanche un nostalgico o un “dietrologista”, ma mi piace pensare che se certi pensatori che sono convinti di conoscere il futuribile, questo è impossibile.
Kurzweil, è un pensatore. E su certe cose, questioni delicatissime come questa, dobbiamo rendere la mente scevra dalle valutazioni altrui. Dobbiamo pensare con la nostra testa, abbandonando, per un attimo, il fascino di un sedicente progresso. Come detto spesso, in passato, il progresso, quello vero, è qualcosa che apporta vantaggi e benefici all’essere umano. Tu dici che non ci saranno più crimini. No, forse non ce ne saranno, ma a che prezzo? Al prezzo della libertà individuale di ognuno di noi? Quello che forse non vi è chiaro, è come il documentario evidenzia che chi non è favorevole a questo “progresso”, ma chiamiamolo come è giusto, avanzamento tecnico finalizzato a prevaricare le leggi della natura per migliorare (non possiamo sapere se prolungare la vita ad libitum sia un miglioramento; non possiamo esserne certi -è affascinante, ma non è detto che migliori la condizione umana-) la vita, viene visto come un detrattore pericoloso da eliminare a favore della collettività -secondo la filosofia esposta nel documentario-. Ma questo non è forse comune a tutte le dittature? Sarebbe pace, questa? Facciamo l’esempio del film -V for Vendetta-. Lì i cittadini di Londra non sono più soggetti a crimini. Ma diresti che sono felici? Io non demonizzo proprio niente. Io sono ultra-favorevole al progresso. Ma quando questo è VERAMENTE miglioramento della condizione umana.
Aggiungo un’altra provocazione: qui di cosa stiamo parlando? Non è forse corretto dire che, secondo il documentario, l’uomo è uomo (o essere umano) indipendentemente dalla presenza di un’anima? Credo che, leggendo tra le righe, è proprio questo a cui punterebbero le frange estremiste di questo movimento: alla privazione della coscienza umana, al fine di poter comandare e governare senza “recrudescenze morali” che impedirebbero di creare il mondo perfetto, senza crimini, né malattie, né morte, né LIBERTA’.
Franco, io non minimizzo la questione applicando una o due differenze, come dici tu, ma devi comprendere che, secondo me, queste una o due differenze, hanno un impatto colossale nella vita di ogni uomo. Che, sebbene dotato di straordinarie capacità di adattamento, se il 99% del lavoro fosse svolto dalle macchine, non credi che sarebbe DAVVERO schiavo e dipendente da esse? Stacca la spina e si torna all’età della pietra. E sul fatto di tenere le tecnologie lontane dal corpo, non significa che non vi sia dipendenza da esse.
Lancelot: la sete di potere ha sempre reso l’uomo “diavolo”. Guarda alle banche e alle multinazionali. La vita può essere migliorata con la ricerca personale interiore, non esteriore o “cellulare”.
Infatti è quello che sostengo io! La scienza e la tecnologia potranno magari rendere la vita più comoda, ma l’evoluzione umana va ricercata all’interno di noi stessi, non in un chip o in una cellula clonata!
P.S. – per ricordarci “V per vendetta”, uno dei miei film preferiti:
Bellissimo anche il fumetto
Ommioddio, per una volta sono d’accordo con Franco!
La verità è che non possiamo sapere come sarà il futuro… tutto dipenderà da come NOI TUTTI utilizzeremo le tecnologie che ci sono (e verranno) presentate ogni giorno, anche se io aggiungerei: e da come gestiremo il mondo a livello politico, economico, e sociale (ogni riferimento a situazioni attuali è puramente voluto).
Il transumanesimo non è necessariamente “il diavolo”, come il neoidealismo o le filosofie basate su alcune religioni non sono necessariamente “l’acqua santa”.
Il pericolo vero – e serpeggia già adesso in modo allarmante – è quello di diventare NOI “il diavolo”!
Questo perché abbiamo paura… paura di soffrire, di provare dolore, di invecchiare, di ammalarci, paura di morire, PAURA DI VIVERE!
Recentemente, in un sondaggio a livello nazionale, è stato chiesto a ragazzi tra i 15 e i 25 anni quali fossero le loro paure più grandi… ecco le risposte:
5° posto – paura della guerra
4° posto – paura di non trovare lavoro
3° posto – paura di non realizzarmi, di non avere un buon futuro, di non far successo nella vita
2° posto – paura di ammalarmi, di invecchiare, della morte
1° posto – paura della vita
Sì, avete capito bene! Per l’ottantanove percento degli intervistati la paura più grande è QUELLA DI VIVERE!
Forse la sfida più importante che TUTTI abbiamo davanti per il nostro futuro, è quella di capire e far capire che non è necessario essere superuomini per affrontare la vita… certo, possiamo anche migliorarla con qualche chip o nanorobot, ma la vita è bella viverla così com’è, imprevedibile, con gioie e dolori, PIENAMENTE UMANA!
Purtroppo sigismondo continua a fare lo stesso errore, immagina un solo cambiamento alla volta quando pensa al futuro. Adesso ha pensato: controllo elettronico = meno crimini e meno libertà. Ma dimentica che nell’era del Superinternet sarà il popolo di internet a fare le leggi e a decidere quali sono le libertà, e dimentica che il mondo virtuale offre un ampio sfogo alle pulsioni, desideri e libertà individuali. La tecnologia informatica sta aumentando le interazioni sociali e la libertà, addirittura sta facilitando e promuovendo rivoluzioni contro i dittatori. E avere macchine che lavorano al posto nostro, ancora una volta aumentarà la nostra libertà e il nostro tempo libero. Non sarà possibile staccare la spina, perchè tutta la società sarà “una spina”. E perchè dovremmo farlo? Anche oggi se staccassimomla spina a tutti i componenti elettronici e meccanici torneremmo all’età della pietra. E allora?
Franco: perché insisti dicendo che sbaglio? Guarda che sei tu che sbagli, quando pensi alla globalità come già realizzata. Piccoli passi e piccoli passi, è così che, da sempre, l’uomo ha proseguito il suo cammino. Tu sei proiettato in futuro già fatto e completo. Ma il PROCESSO di giunzione tra OGGI e DOMANI non ti pare lastricato di errori? Sei disposto a rischiare di perdere la tua libertà, durante questo processo? Tu parli del futuro come se questo avesse una coscienza (e una morale) collettiva. Questo può essere vero, MA SOLO E SOLTANTO SE A GOVERNARE CI SARA’ UNA PLUTOCRAZIA. Così come accade oggi, con la differenza che certa tecnologia o non ci è ancora stata imposta, o non c’è ancora.
Io non dimentico affatto che il mondo virtuale dia sfogo alle pulsioni, ai desideri e alle libertà individuali. Ma analizziamo (e scusami…) punto per punto ciò che hai detto:
-pulsioni: l’appagamento mentale, la masturbazione neuronale ti rendono soddisfatto? Il risultato forse è uguale, ma la pulsione è qualcosa che ti SPINGE ad agire in un certo modo in talune situazioni. Con internet, SEI TU CHE VAI A CERCARLE, per cui non sei tu a dare sfogo alle tue pulsioni, ma semplicemente fai ricco chi mette a disposizione il mezzo per renderti convinto di questo. Tuttavia, citando uno dei miei film preferiti, “io mi faccio ancora le seghe a mano”.
-desideri: cos’è un desiderio? Ciò che vorresti? E i tuoi desideri possono essere esauditi attraverso un flusso digitale di bit? Ne sei davvero certo? Una volta il monitor era un filtro che ti separava dal layer virtuale a quello reale. Oggi, tutto può essere virtualizzato. Trovi che sia un bene?!
-libertà individuali: e qui… qui ce ne sarebbe da dire. Prima di tutto, devo smontare subito il discorso di libertà, perché questa non è accessibile a tutti (pensa al digital divide). E se anche un solo individuo non ha accesso alla SCELTA di essere libero (che poi è ricorsività) non si può considerare libertà. Sarebbe “individuale” degli individui che ne hanno accesso… e questo significa ELITE, anche se più o meno vasta. Aggiungo che quello che ti sfugge, probabilmente, è che la libertà ci deve essere ANCHE se tu non usi più le tecnologie in cui tu, tecnicamente, vedi possibilità di libertà. Chi usa internet non è libero. Al contrario. Vai più a fondo, gratta la superficie, cerca di capire ciò che sto dicendo. Ti è sfuggito, forse sbadatamente o forse perché non vuoi accettarlo, che quando ho detto che i miei “uno, due e pochi” oggetti di cambiamento hanno un impatto COLOSSALE nella vita di OGNI uomo. Sai cosa significa? Tu vedi il progresso come un miglioramento (del futuro) che cresce secondo una funzione strettamente crescente, asintoticamente tendente all’infinito. Bene. Bastano pochissimi cambiamenti nella vita di un uomo ad invalidare questo asserto.
Quello che sto cercando di dirti, è che la libertà in cui tu credi, è in realtà una schiavitù dettata dall’impossibilità di una libera scelta, a causa di un sistema che imporrà l’omologazione a scopi di pseudo-ordine sociale, politico ed economico.
Grande Film.
Finalmente stiamo mettendo a nudo i veri punti caldi.
Pensiamo forse di costruire macchine che migliorino quello che siamo?
Non dobbiamo essere noi a migliorarci, prima, per costruire macchine migliori?
Si, se stacchiamo la spina torniamo all’età della pietra già ora, il processo è iniziato.
Ed è proprio per questo che possiamo già vedere come vengono usate le tecnologie. Potrebbe esserci già ora benessere per tutti, un modo libero e con poco tempo dedicato al sostentamento. Un mondo dove tutti possono guardare al futuro con ottimismo: e invece?
Cosa vi fa pensare che aumentando la tecnologia, l’uomo di oggi, veda migliorare le cose. Se il progresso continua come è sempre stato, avremo solo molta più sofferenza, azzeramento dell’individualità. Tu franco, che difendi cosi caldamente la tua visione del futuro, chi ti garantisce che sarà quello che immagini il futuro e che potrai ancora dire come la pensi, quando il controllo totale impedirà i crimini, forse il tuo pensiero sarà considerato criminale.
Continuo a ripeterlo, dobbiamo essere chiari con noi stessi, o l’errore sarà troppo grandere, non bastera un “ops, ho sbagliatao”.
Rimane il fascino e l’interesse, ed anzi cresce. Cresece insieme alle perplessità, non verso le tecnologia, ma verso la maturità nel confronto di ciò che abbiamo a disposizione.
Ciao a tutti
L’anello debole non è la tecnologia, siamo noi.
E’ luomo che deve mettersi in discussione.
Allora saranno viste con serenità tutte le innovazioni, perchè non dovremo più temere di essere prevaricati, in nome della paura, del profitto o del potere.
Non abbiamo ancora capito che quando prevarichiamo qualcuno uccidiamo una parte di noi.
Sono perfettamente d’accordo con te. Io voglio ribadire il mio concetto di progresso sociale: la società cresce e si migliora se ognuno di noi apporta il suo prezioso contributo. Basterebbe ascoltare di più la propria coscienza, che morde sempre e a tutti quando commettiamo degli errori. Non bisogna soffocarla. La crescita personale e spirituale è fondamentale per il progresso di TUTTA l’umanità. Se è vero che siamo imperfetti, come possiamo pensare di creare macchine più o meno perfette che ci aiuteranno a tendere sempre più alla perfezione? Qui c’è un errore che si propaga inesorabilmente. Filosoficamente. Manca l’evidenza della perfezione, per poter essere in grado di definire una creazione dell’ingegno come perfetta. Non si può, semplicemente. E questa continua ricerca dell’impossibile ci porterà alla distruzione. Ulisse superò le colonne d’Ercole… e poi? Ha voluto spingersi oltre. E non è più tornato.
Ti ringrazio per l’esposizione, stai mettendo in luce spunti di riflessione per me importanti, nel senso che mi aiutano a riflettere maggiormente.
Purtroppo non tutti sono pronti a discutere le proprie opinioni, preferendo difenderle.
Ciao
Luciano, quoto tutto ciò che hai scritto! Ed è quello che penso anche io!
Potremmo avere la possibilità di stare meglio ora, senza andare troppo nel futuro, grazie alle tecnologie che già ci sono, ma invece verso che strada stiamo andando? Verso la prevaricazione, l’azzeramento dell’individualità, l’asservimento alle lobby di potere e dell’economia! Se non cambieremo, tutte queste strabilianti invenzioni di cui da giorni stiamo parlando in questo blog, non faranno altro che peggiorare la situazione attuale! E’ il cuore dell’uomo ad essere nero, e la scienza, con tutta la buona volontà, non riuscirà mai a detergerlo! La cura va cercata dentro di noi, ed è ora di tirarla fuori!
P. S. se clicchi sul mio link, puoi arrivare su una pagina fb creata da pochi giorni, che credo possa interessare a te e ad altri.
Eeehmmm, nick, non link,… piccolo lapsus! ^^
Molto, molto interessante, mi sento vicinissimo a tutto quanto esposto, ma non sono iscritto a Facebook. C’è un altro modo per interagire senza passare da Facebook?
Finalmente, menti intelligenti veramente aperte e che prendono in considerazione l’essere umano nella sua totalità.
concordo con franco
Su cosa sei daccordo con Franco? Il valore stà nel confronto e nella discussione, non nel numero di opinioni a favore o contrarie.
Io ringrazio Franco per il confronto, anche quando non sono daccordo con lui, perchè è solo scambiano i punti di vista che possiamo vedere più cose.
Sono d’accordo con Alessandro. 🙂
Grandi.
Ora è tutto più chiaro.
Lancelot, se vuoi, puoi chiedere la mia mail a Daniele, per me va bene. Ciao.
Ok, la chiederò! ^^
Comunque sto pensando anch’io di aprire un blog o un forum su questi temi… esposti però secondo gli ideali che hai potuto leggere nella pagina di facebook.
Un saluto,
Lance.
Se posso permettermi, l’apertura di un blog o di un forum “supplementari” sarebbe dispersivo… io cercherei di convogliare qui le risorse… se Daniele si muove ad aprire il forum 😀
E’ un “rischio” aprire più “fonti” diverse, seppure convergenti…
Non lo dico per niente, ma sfruttando l’esposizione mediatica del personaggio “Daniele Bossari” attireremmo più gente… e allargheremmo il bacino d’utenza. Non prendetela come “sfruttamento”, eh… tanto qui nessuno alza quattrini. Magari sul neoidealismo di potrebbe creare una sezione apposita del forum… e sarebbe più ‘vivido’ lo scontro.
Daniele se hai problemi te lo tiro su io il forum… lo faccio di mestiere. Se usiamo software open-source ovviamente tutto free, compresa la mia prestazione.
Certo, ottima osservazione! Speriamo che Daniele apra presto il forum. ^^
Ok, aspetto, perchè, quello che hai scritto su Fb, mi calza come un abito su misura.
Ciao
P.S. – ho iniziato su Fb perché è comodo: ti permette di arrivare a tantissime persone, e di chattare in tempo reale con i tuoi interlocutori.
@sigismondo, il futuro di cui parlo arriverà tra 20 anni, ci saranno problemi nel frattempo ma poi tutto andrà mooolto meglio
Non perderemo la libertà, ne avremo mille volte di più invece
Abbi fede 😉
Avremo più libertà? Credo che ci illuderemo di averla… Speriamo bene! L’ importante sarà vivere al meglio…anke nell’ illusione. La tecnologia del virtuale ce lo permetterà…di illuderci di essere liberi:-))
non so cosa dice la mia religione cioe musulmana in merito ma la cosa mi piace nel senso che con questo si puo aiutare i meno fortunati o coloro che hanno avuto un incidente…
http://www.magazine.unibo.it/Magazine/Eventi/2011/03/04/Cyborg_proiezioni.htm
Io volevo segnalarvi queste cyborg-proiezioni. A presto!