IL PILOTA TELEPATICO

Pubblicato: 22/02/2011 in le vostre segnalazioni, mind controlled

L’amico Sigismondo nel precedente articolo ha lasciato una segnalazione importante tra i commenti. La raccolgo per riportarla con più enfasi, visto che si tratta di un importante progetto sviluppato in Puglia, a Galatina. Si chiama Brainshield e il suo obiettivo è di riuscire a pilotare un aereo con la forza del pensiero.

Nella base aerea “Nido delle aquile”, sede del 61° stormo, un’equipe di ricercatori e di piloti militari sta lavorando alla comunicazione diretta tra cervello e computer attraverso le onde cerebrali. Il pilota telepatico indossa una cuffia con elettrodi collegati al cuoio capelluto sotto il casco di volo e in questo modo comunica le sue intenzioni e le sue emozioni al computer, che agisce di conseguenza, gestendo i rischi di eventuali errori umani durante le manovre stressanti in combattimento e facilitando i complessi controlli del velivolo.

Ci saranno anche sviluppi nell’aviazione civile. L’Alitalia ha dimostrato interesse e a testimonianza della serietà del progetto si sono avvicinati a Brainshield anche rappresentanti della Finmeccanica, dell’Università Tor Vergata, della Fondazione Santa Lucia e di Alemia, una società che realizza velivoli militari e commerciali.

Ecco una breve spiegazione di Roberto Isabella, colonnello medico e coordinatore militare di Brainshield:

commenti
  1. lancelotdiarcadia ha detto:

    Siamo sempre lì… è una tecnologia sicuramente molto interessante, e potrà essere di valido aiuto nell’aviazione civile, ma in quella militare? Mi domando: per cosa la utilizzeranno di preciso? Davvero solo per evitare rischi per il pilota, o forse per comandare a distanza armi di indicibile potenza?
    E’ purtroppo una delle possibili controindicazioni, pensateci!

  2. Franco ha detto:

    Non sono d’accordo, Daniele. Kurzweil su questo sbaglia. La tecnologia rimarrà sempre all’esterno del corpo, a parte per malattie gravi, almeno fino a che la ricerca sulle staminali, duplicazioni di organo etc non sarà abbastanza avanzata da fare a meno di chip e nanobots interni.
    Io, pur essendo transumanista, non mi farei mai mettere un microchip nel cervello, nè farei mai l’upload facendomi fare a fettine il cervello, come vuole farsi fare Kurzweil!

  3. Franco ha detto:

    Quello certamente, ma non credo che quella sia una vera “ibridazione” uomo-macchina, e non credo diventeremo mai cyborg o upload, non perchè non sia possibile ma perchè non sarà necessario e sarebbe troppo pericoloso e disumanizzante.

    • lancelotdiarcadia ha detto:

      Ma meno male! Io, finché si tratterà di supporti esterni tipo l’esoscheletro (deve essere fico mettersi nei panni di iron man, già ^^), ben venga, ma chip nel cervello no, almeno che non si tratti di gravi casi di salute… per ciò che concerne l’upload… beh, penso di aver già espresso più volte la mia opinione su questo blog. E questo non per paura, ma perché ci tengo alla mia “umanità”, e perché preferirò “trascendere” in futuro la mia umanità, mantenendo però ancora la mia “umanità” ben salda nel mio spirito, non con qualcosa di “diverso” a sostituirla! … Scusate il gioco di parole.

  4. Aren ha detto:

    Io lo vorrei un caccia controllato dalla mia mente che si alzi in volo quando mia suocera è nei paraggi! 😀

  5. Luciano ha detto:

    Piccola provocazione.
    Certo, sapere che la tecnologia sarà disponibile dopo essere passata per l’utlizzo militare, non è mai rassicurante.
    Proviamo a guardare le cose come se dovessimo subirla.
    Tutte queste invenzioni ci apparirebbero un pò meno affascinanti.
    Nessuno, al di la di ogni considerazione morale, può garantire che saremo dalla parte di chi la controlla.

    • lancelotdiarcadia ha detto:

      Infatti è uno dei possibili rischi: non avere il controllo su queste tecnologie, ma subirle!
      Verbania, eh? Beato te che stai in riva al lago!
      Comunque è vero, siamo tutti abbastanza vicini… ci si potrebbe davvero trovare, organizzare un piccolo raduno o qualcosa del genere.

      • Luciano ha detto:

        Sarebbe bello, a voce sarà più facile scambiare punti di vista e opinioni. Qui, stiamo mettendo a fuoco tanti aspetti interessanti.
        Grazie ancora a tutti per l’apertura alla discussione.

  6. Franco ha detto:

    Anche le tecnologie militari servono e vanno implementate..meglio se le abbiamo noi e gli USA piuttosto che l’Iran e Al Quaida..

  7. lancelotdiarcadia ha detto:

    Ok, ma se qualche multinazionale “deviata”, per interessi economici, le vendesse ad Iran e Al Quaeda? Immagina uno scontro tra occidente e tali “signori” in cui si utilizzino da ambe le parti le suddette tecnologie: chi l’avrebbe vinta? Probabilmente nessuno dei due, probabilmente sarebbe la distruzione per entrambi! E’ un po’ lo stesso discorso che si può fare per una eventuale guerra nucleare: perirebbero tutti e sarebbe sicuramente la fine dell’umanità e del mondo così come lo conosciamo. Ne vale dunque la pena? O forse è meglio che queste tecnologie, almeno per il momento, restino solo a livello teorico?
    Io non voglio dare una risposta, ognuno la pensi come vuole, ma ricordate: la fine dell’uomo avverrà non per una catastrofe naturale, ma per mezzo dell’uomo stesso, e questa, ormai, è quasi una certezza!

    • Sigismondo ha detto:

      E anche se avvenisse a causa della natura, sarebbe a cagione dell’uomo che l’ha stuprata per secoli.

  8. lancelotdiarcadia ha detto:

    La paura richiama sempre paura, con la scusa della difesa si richiama sempre la violenza, e la guerra richiama sempre guerra!
    A farne le spese, purtroppo, saranno ancora gli inermi!

    • luciano ha detto:

      Mi sono tenuto un pò fuori da queste considerazioni, perchè sono difficili da mettere sul piano della discussione, inoltre non ho alternative o risposte da proporre.
      Però sono pienamente daccordo sulla riflessione dell’ultimo post.

      Prima che con la tecnologia dobbiamo sempre fare i conti con noi stessi, con gli atteggiamenti e le paure che ci condizionano.

  9. Marco ha detto:

    Be’ interessante l’articolo ma lo vedo molto poco pratico almeno prossimamente credo che a breve ci si prospetti un futuro molto aperto ma ancora nell’orbita dei computer …da poco ho letto di processori x pc con base grafene che rendono i processori cento volte piu potenti vi immaginate le possibili implicazioni????da qui a prox 5 anni. Ciao a tutti

  10. Umberto Visani ha detto:

    Se guardiamo a come sia nata questa tecnologia, si aprono spiragli interessantissimi ulteriori: il colonnello Philip J. Corso, membro negli anni 60 dello U.S. Foreign Technology Department, ha affermato nel 1998 che questo tipo di tecnologia neurale è un cascame di tecnologia non umana ritrovata nel disco volante abbattutosi a Roswell e in seguito fatta oggetto di retroingegneria da aziende statunitensi…

  11. Sigismondo ha detto:

    Grazie Daniele per aver raccolto la segnalazione. E’ importante sottolineare che anche al Sud sappiamo fare grandi cose, e mi fermo qui che siamo in festa 😀

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